Il santuario dell’Annunziata e della Madonna del garofano di Squinzano è legato con un filo indissolubile a Maria Manca, la veggente dalle virtù caritatevoli, riconosciute da sempre dalla sua comunità.
E ogni volta che si entra nella chiesa da lei realizzata in nove anni, dal 1618, data dell’apparizione della Madonna, al 1627, il pensiero del pellegrino, spesso, è rivolto soprattutto a lei. Entrando, nel tempio costruito con le offerte degli squinzanesi da quel “maestro Marcello della città di Lecce, bravo, ed eccellente fabbricatore di quei tempi” come ricorda don Mauro Paticchio nel suo “Brieve ristretto della vita di Maria Manca della terra di Squinzano” pubblicato nel 1769, in tanti si recano presso la sua tomba per una preghiera e un saluto riconoscente.
La chiesa dell’Annunziata, divenuto santuario il 25 marzo del 1971, soprattutto per la volontà del compianto don Antonio Caricato, l’ultimo arciprete di Squinzano (oggi il Diritto canonico non contempla più il titolo) è però, indiscutibilmente, il luogo privilegiato dagli Squinzanesi in cui incontrare la Madre di Dio, alla quale affidano le loro angosce, le attese e la loro fiducia, rinsaldando quel vincolo di fede tra il Cielo e la Civitas Mariana.
Da queste considerazioni nasce l’idea del giornalista Roberto Schipa (direttore del giornale locale Tg Nord Salento) e di mons. Mauro Carlino (parroco di Santa Croce in Lecce e segretario dell’arcivescovo Michele Seccia), condivisa con il parroco di San Nicola e Mater Domini e rettore del santuario mariano, don Alessandro Scevola, di dedicare un incontro culturale alla Madonna raffigurata nelle tele dei sei altari della chiesa che raffigurano alcuni momenti della sua vita terrena così come esposti dai vangeli. Immagini per troppo tempo trascurate, o addirittura ignorate, nei dibattiti, seppur interessanti, che hanno avuto come oggetto la chiesa stessa.
L’incontro si terrà stasera, 22 marzo, al santuario, alle 19: si avrà, dunque, la possibilità di conoscere le sei opere dal punto di vista storico-artistico ma anche e soprattutto dal punto di vista mariologico. La spiegazione delle sei straordinarie opere darà un contributo affinché esse diventino per il devoto immagini e rappresentazioni vive della testimonianza di fede. Non solo, com’è stato finora, invece, contorno al tempio più cara agli squinzanesi.