Venerdì 10 gennaio, nella mattinata, alla presenza dell’arcivescovo Michele Seccia e del vicario generale, l’arcivescovo coadiutore Angelo Raffaele Panzetta, è convocato e si insedierà ufficialmente il nuovo consiglio presbiterale che avrà durata quinquennale.
Ma che cos’è il consiglio presbiterale?
Esso, inteso come organismo di partecipazione, nasce quale espressione della rinnovata visione di Chiesa scaturita dal Concilio Vaticano II; il codice di diritto canonico, infatti, al can. 495 dice che il consiglio presbiterale è composto da «un gruppo di sacerdoti che, rappresentando il presbiterio tutto, costituisce come il senato del vescovo, con il compito di coadiuvare quest’ultimo nel governo della diocesi, affinché sia promosso, il più efficacemente possibile, il bene pastorale della porzione di popolo di Dio a lui affidata».
Va da sé, dunque, che proprio per la sua natura di aiuto e sostegno al ministero episcopale, in regime di sede vacante cessano le prerogative spettanti al consiglio presbiterale e i suoi compiti sono svolti, provvisoriamente, dal collegio dei consultori;
Ogni consiglio presbiterale regola la propria attività mediante uno statuto. Vanno, però, considerati due aspetti che caratterizzano tale organismo; innanzitutto il suo valore simbolico dal momento che il consiglio presbiterale esprime e concretizza quel particolare vincolo che unisce i presbiteri diocesani e religiosi al vescovo in forza della partecipazione al medesimo e unico sacerdozio e ministero di Cristo, costituendoli cooperatori dell’ordine episcopale, sicché la realtà della comunione ecclesiale viene così manifestata a livello del ministero ordinato nel rapporto che unisce il vescovo al suo presbiterio; altro elemento di grande rilievo è, poi, l’ambito di attenzione a cui si rivolge prevalentemente tale organismo, poiché nel cammino della Chiesa particolare questo istituto va a toccare in modo peculiare la vita e il ministero dei sacerdoti.
Cosa spetta al consiglio presbiterale?
Il vescovo diocesano, chiamato a tenere in debita considerazione questo organismo di partecipazione e le riflessioni che da esso scaturiscono, convoca tale istituzione per:
- l'indizione del sinodo diocesano (can.461, § 1);
- negli affari di maggiore importanza (can.500, § 2);
-quando si tratta di erigere, sopprimere, modificare notevolmente le parrocchie (can.515, § 2);
- per stabilire norme sulla destinazione delle offerte di cui al can.531;
- per rendere obbligatoria la costituzione dei consigli pastorali parrocchiali (can.536, §1);
- per l'erezione di nuove chiese (can.1215, §2);
- per la riduzione ad usi profani di una chiesa (can.1222, §2);
- per imporre tributi straordinari alle persone fisiche e a quelle giuridiche (can.1263);
- per la costituzione del gruppo dei parroci, dal quale vengono scelti i due parroci che valutano con il Vescovo i casi di rimozione dei parroci (can.1742).
I membri del Consiglio presbiterale hanno il diritto di essere convocati in occasione di un sinodo diocesano (can.463, § 1, n.4);
Da chi è composto il Consiglio presbiterale dell’Arcidiocesi di Lecce?
Esso è composto da alcuni membri di diritto che sono: l’arcivescovo metropolita Michele Seccia, l’arcivescovo coadiutore Angelo Raffaele Panzetta (vicario generale e moderator curiae), gli arcivescovi Donato Negro e Luigi Pezzuto, il vescovo Cristoforo Palmieri, il rettore del seminario arcivescovile don Tony Bergamo, i vicari episcopali don Stefano Spedicato, don Vito Caputo, mons. Nicola Macculi, mons. Vincenzo Marinaci, don Trifone Antonio Bruno, mons. Antonio Montinaro, Padre Carmine Madalese e i vicari foranei mons. Pietro Quarta (forania di Lecce), don Luca Nestola (forania di Vernole), don Giuseppe Spedicato (forania di Monteroni) e don Vincenzo Martella (forania di Squinzano- cancelliere arcivescovile).
A costoro si aggiungono i membri eletti dalla votazione assembleare dello scorso 29 novembre (LEGGI) e che nelle prossime ore riceveranno la nomina firmata dall’arcivescovo. Essi sono: per i presbiteri parroci don Gianmarco Errico, don Gabriele Morello, don Alessandro Mele, don Alberto Taurino, mons. Carlo Santoro, don Luca Bisconti, don Leonardo Giannone, don Massimiliano Mazzotta, don Francesco Morelli e don Emanuel Riezzo; per i presbiteri non parroci, invece, don Alessandro D’Elia, don Salvatore Corvino, don Andrea Gelardo, mons. Luigi Manca, don Gianmarco Sperani, don Antonio De Nanni, don Federico Andriani, don Antonio Murrone, don Giovanni Quarta e Padre Giambattista Moroni in rappresentanza dei presbiteri religiosi.
Nella seduta di insediamento spetterà al consiglio presbiterale nominare il segretario che avrà il compito, in accordo con gli arcivescovi Seccia e Panzetta, di inoltrare convocazione e ordine del giorno ad ogni singolo membro
Al nuovo consiglio presbiterale, dunque, l’assicurazione della preghiera di tutta la Chiesa diocesana perché la sua azione possa essere sempre svolta sotto l’azione dello Spirito e per il bene della comunità tutta.