Giandonato Salvia è il protagonista di questa storia in cui raccontiamo la nascita e l’utilizzo di Tucum, un’app di economia sospesa che offre servizi e beni di varia natura alle persone più povere.
“Mio padre è un medico. Ogni anno, quando ero più piccolo, lo vedevo partire alla volta dell’Africa per offrire cure gratuite in luoghi poverissimi con la onlus Solidarietà missionaria che dal 1984 a oggi ha sostenuto più di 800 progetti in 39 Paesi del mondo. Mamma invece si dedicava alla famiglia ed era sempre pronta ad accogliere in casa i missionari che passavano per l’Italia. Quando avevo 17 anni ho deciso di andare anche io con papà in Guinea-Bissau. Lì ho conosciuto la prima povertà, quella più facile da riconoscere legata alla denutrizione, alla fame, alla corruzione, ho visto il ventre gonfio di niente dei bimbi, ho visto gli occhi sofferenti delle donne che non sanno come sfamare i propri figli, e ho capito che potevo e dovevo fare qualcosa. E se mio padre curava le ferite del corpo, io potevo impegnarmi a curare altre ferite, quelle provocate dalle ingiustizie sociali”. A questo primo viaggio ne sono seguiti tanti altri nella Repubblica Democratica del Congo, Liberia, Mozambico, Tanzania e poi in Brasile, Ecuador e Bulgaria. Giandonato Salvia, 33 anni, originario di Monopoli, una laurea in “Economia degli Intermediari e dei Mercati Finanziari” è l’ideatore insieme al fratello ingegnere Pierluca, di Tucum, l’app di economia sospesa che parla il linguaggio della fraternità e dell’amore evangelico.
LA MISSIONE DEL PRENDERSI CURA
“Il nome dell’applicazione - spiega Giandonato - prende origine da questo anello che indosso in noce di cocco, che viene dal Brasile e che ha un significato molto profondo. Veniva infatti utilizzato dai cristiani, cattolici e non, come simbolo del legame tra la Chiesa e i poveri e come simbolo anche di fraternità. Quando sono stato in Africa ho avvertito sulla mia pelle cosa vuol dire essere fratello di un uomo, una donna, un bambino che non ha il tuo stesso sangue ma per il quale sei disposto a toglierti il cibo dalla bocca. Così ho pensato di declinare questo concetto in ambito sistemico e informatico”. Il concept che c’è dietro l’app in effetti non è molto diverso da quello del “caffè sospeso” che origina dalla tradizione partenopea. Offrire un caffè, lasciarlo pagato per chi verrà dopo, è uno dei gesti che viene maggiormente utilizzato come segno di gentilezza e condivisione. È un modo semplice per prendersi cura di un’altra persona. Quando il destinatario della propria offerta non si conosce, come accade per il “caffè sospeso”, questo gesto acquista un significato ancora più profondo. Tucum amplia l’orizzonte, trasferendo i principi del dono e della condivisione a tutti i beni e i servizi presenti sul mercato (www.tucum.it) che sia un farmaco, una visita medica, un paio di occhiali nuovi, un taglio di capelli dal parrucchiere, cibo. Si possono donare soldi in favore di famiglie meno abbienti, ci si può iscrivere nella sezione “gratuità” come negoziante o gestore di servizi, oppure ancora se sei un imprenditore puoi persino offrire un impiego, un posto di lavoro a chi non lo ha. “Tutto ciò - dice Giandonato - ha alla base il concetto del ‘sospeso’, cioè, io non ti conosco, non so chi sei, dove vivi, ma sto pensando a te e ai tuoi bisogni. Da economista, guardando alla follia catastrofica del mondo globalizzato ho pensato ad una risposta efficace e mirata per ripristinare quell’economia che non guarda solo al profitto, e anche se può sembrare un po’ in contrasto coi miei studi, i numeri, i grafici, le statistiche, ho trovato questa risposta solo nel Vangelo”.
ECONOMIA, VANGELO, TECNOLOGIA
L’ispirazione di Giandonato arriva da Carlo Acutis, tanto che nel 2018 insieme al fratello Pierluca ha dato avvio all’impresa sociale A.P.P Acutis proprio per omaggiare il giovane beato che dell’amore di Dio e del servizio ai più poveri, nonché del formidabile utilizzo dell’informatica, ha fatto il suo programma di vita. Ma in questo progetto c’è anche tanto dell’enciclica Fratelli tutti e della Laudato si’. “La Laudato si’ - prosegue Giandonato - parla non solo agli ecologisti o a chi vive in prima linea una vocazione ambientale, parla a tutti, anche a noi economisti: l’ecologia integrale ha infatti l’idea di fondo di mettere insieme tutta la collettività e stimolarla a cooperare. San Francesco aveva un cuore universale, lui abbracciava l’uomo e il lupo, il Creato e le sue creature nell’intima unione, e se c’è questa intima unione i nostri comportamenti diventano spontanei verso tutti e tutto. Tucum è una risposta spontanea che ho dato alla vita e a Dio, con i miei studi, con la missione in Africa e in Sudamerica. Con Tucum noi vogliamo fare questo, arrivare ai ‘buchi neri’ come li definiva Madre Teresa di Calcutta, i poveri tra i poveri e permettere loro di essere accompagnati, difesi, sostenuti da una comunità. Chi si registra a Tucum riceve una tessera e con quella va nei negozi e negli esercizi convenzionati e spende ciò che altri hanno donato per un bisogno, una necessità”.
COME FUNZIONA TUCUM
Tucum mette in relazione cittadini, attività economiche, liberi professionisti ed enti del Terzo settore come associazioni, parrocchie e Caritas. Attraverso l’App è possibile donare in favore degli Enti associati al progetto, sostenere le famiglie più bisognose da loro seguite e al contempo valorizzare le piccole attività commerciali di un territorio. Gli Enti, infatti, assegnano alle famiglie beneficiarie, delle tessere a tecnologia NFC contenenti crediti utilizzabili presso qualsiasi attività iscritta sull'app Tucum: farmacie, negozi di abbigliamento, alimentari, liberi professionisti, ecc. Il beneficiario può così direttamente recarsi presso le attività commerciali e scegliere con maggiore discrezione e dignità i prodotti e i servizi di cui ha bisogno. Allo stesso tempo le attività che aderiscono, vengono sostenute nel loro lavoro e possono partecipare più attivamente al progetto applicando sconti e avendo la possibilità di seguire con maggiore attenzione gli stessi beneficiari durante i loro acquisti. Grazie alla tecnologia utilizzata, per contrastare eventuali abusi, il negoziante è in grado di verificare l'identità del beneficiario confrontando la foto registrata nel chip della tessera ad ogni utilizzo della stessa. Le famiglie beneficiarie sono chiamate a loro volta a divenire sostegno per altre famiglie, versando un piccolo contributo mensile di 2,00 euro come segno di responsabilità e di partecipazione al progetto.
*Città del Vaticano