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“Confermata un’inderogabile scelta di tutela della vita”.

 

 

 

Lo si legge in una nota diffusa dalla presidenza della Cei, a seguito della sentenza della Corte Costituzionale che ha ritenuto inammissibile il quesito referendario relativo all’“Abrogazione parziale dell’articolo 579 del Codice penale (omicidio del consenziente)” confermando che l’abrogazione, ancorché parziale, della norma sull’omicidio del consenziente è contraria al principio di “tutela minima costituzionalmente necessaria della vita umana, in generale, e con particolare riferimento alle persone deboli e vulnerabili”.

“In attesa del deposito della sentenza, prendiamo atto con favore di tale pronunciamento”, scrivono i vescovi: “È un invito ben preciso a non marginalizzare mai l’impegno della società, nel suo complesso, a offrire il sostegno necessario per superare o alleviare la situazione di sofferenza o disagio”. Per la Presidenza della Cei, “occorre rivolgere maggiormente l’attenzione verso coloro che, in condizioni di fragilità o vulnerabilità, chiedono di essere trattati con dignità e accompagnati con rispetto e amore”.

 

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