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“Un invito a una triplice conversione, urgente e importante in questa fase della storia, in particolare per le Chiese che si trovano in Italia: conversione all’ascolto, alla realtà e alla spiritualità”.

 

 

 

È il Messaggio della Cei per la Quaresima (LEGGI IL TESTO INTEGRALE), che comincia riferendosi alla prima fase del Cammino sinodale, dedicata all’ascolto. Ascolto, innanzitutto, della voce dei bambini, che in questo tempo di pandemia “colpiscono con la loro efficace spontaneità: ‘Non mi ricordo cosa c’era prima del Covid’; ‘Ho un solo desiderio: riabbracciare i miei nonni’”.

“Arrivano al cuore anche le parole degli adolescenti”, si legge nel messaggio: “‘Sto perdendo gli anni più belli della mia vita’; ‘Avevo atteso tanto di poter andare all’università, ma adesso mi ritrovo sempre davanti a un computer’”. Le voci degli esperti, poi, “sollecitano alla fiducia nei confronti della scienza, pur rilevando quanto sia fallibile e perfettibile”: “Siamo raggiunti ancora dal grido dei sanitari, che chiedono di essere aiutati con comportamenti responsabili”.

Infine - si legge nel messaggio - “risuonano le parole di alcuni parroci, insieme con i loro catechisti e collaboratori pastorali, che vedono diminuite il numero delle attività e la partecipazione del popolo, preoccupati di non riuscire a tornare ai livelli di prima, ma nello stesso tempo consapevoli che non si deve semplicemente sognare un ritorno alla cosiddetta normalità”.

“Ascoltare in profondità tutte queste voci anzitutto fa bene alla Chiesa stessa”, la tesi della Cei: “Sentiamo il bisogno di imparare ad ascoltare in modo empatico, interpellati in prima persona ogni volta che un fratello si apre con noi”. L’ascolto, infatti, “trasforma dunque anzitutto chi ascolta, scongiurando il rischio della supponenza e dell’autoreferenzialità”: “Una Chiesa che ascolta è una Chiesa sensibile anche al soffio dello Spirito. Ascolto della Parola di Dio e ascolto dei fratelli e delle sorelle vanno di pari passo. L’ascolto degli ultimi, poi, è nella Chiesa particolarmente prezioso, poiché ripropone lo stile di Gesù, che prestava ascolto ai piccoli, agli ammalati, alle donne, ai peccatori, ai poveri, agli esclusi”.

 

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