“Quando sono entrato ho fatto un cattivo pensiero: ma questa è un’assemblea dei vescovi o un concorso per eleggere il vescovo più bello?”.
Pochi minuti fa Papa Francesco ha aperto la 74ª Assemblea generale della Cei (cui partecipa anche l’arcivescovo Michele Seccia), in programma all’Hotel Ergife di Roma fino al 27 maggio sul tema: “Annunciare il Vangelo in un tempo di rinascita ‐ Per avviare un cammino sinodale” con questa battuta, parlando a braccio.
“Io so che non è facile fare una cosa domestica in una casa che non è nostra, non è facile”, ha proseguito: “Ma possiamo fare che diventi nostra con il nostro atteggiamento, la nostra preghiera, e così andare avanti in questa assemblea”, il consiglio di Francesco, che ha annunciato che il dialogo “a porte chiuse” con i vescovi, “come al solito”, si svolgerà nello schema domande-risposte: “Così voi potete parlare delle cose che vi interessano”, ha spiegato soffermandosi su ciò che accadrà dopo il suo discorso.
“Soltanto prima dirò tre cose che mi stanno a cuore”, ha detto il Papa, citando la questione dei tribunali, del cammino sinodale che deve avere come riferimento il Convegno ecclesiale di Firenze e quella dei seminari. “C’è un pericolo molto grande”, ha osservato in merito a quest’ultima questione: “Sbagliare nella formazione e anche nella prudenza nell’ammettere i seminaristi. Abbiamo visto con frequenza seminaristi che sembravano buoni, ma rigidi. E la rigidità non è del buono spirito. E poi ci siamo accorti - ha aggiunto il Pontefice - che dietro quella rigidità c’erano dei grossi problemi. Seminaristi accolti senza senza chiedere informazioni, che sono stati mandati via da una congregazione religiosa o da una diocesi. E poi la formazione. Credo che su questo il cardinale presidente ha ricevuto una lettera dal Prefetto della Congregzione per il clero, sulla preoccupazione circa la formazione sacerdotale. Questo dobbiamo averlo presente. Non possiamo scherzare con i ragazzi che vengono da noi per entrare in seminario".