Il futuro del nostro Paese dipende, in maniera determinante, da futuro delle nascite. Se ci fosse un’inversione di tendenza in questo anno, solo tra 15 anni potremmo verificarne i risultati, visto che quella è l’età di accesso alla fecondità.
La debolezza strutturale della nostra società potrebbe mutare direzione solo tra 30 anni. Allora?
Senza l’apporto di migranti, più giovani degli Italiani e soprattutto di donne in età feconda, l’anomalia strutturale italiana andrà solo ad aggravarsi.
Le debolezze strutturali della popolazione italiana, raggiunte a seguito di decenni di trascuratezza del problema, non potranno essere superate nemmeno con l’annunciato aiuto economico alle famiglie con più di due figli.
Poiché l’epoca dei molti figli e delle famiglie numerose è definitivamente tramontata, bisognerà concentrarsi sulla capacità di ridurre la propensione ai figli unici.
I demografi affermano che la proposta di dare un contributo di 500 euro al mese alla nascita del secondo figlio, potrebbe aiutare a superare il coma demografico cui siamo destinati. Occorre tenere presente che l’Italia ha un duplice problema: la popolazione femminile in età feconda presenta un deficit consistente e, secondo, si registra un deficit di formazione delle coppie delle età giuste per avere figli. Si noti che il quoziente di nuzialità in Italia è oggi il più basso d’Europa .
È tutt’altro che facile creare le condizioni culturali, economiche e ambientali affinché l’Italia possa arrivare ad un numero di coppie giovani tale da sfruttare al meglio il potenziale riproduttivo.
Altrimenti si realizzerà il declino quantitativo e qualitativo, previsto da tutti gli organismi nazionali e internazionali, che studiano tendenze demografiche e problemi dei popoli.
Occorre un mercato del lavoro aperto ai giovani, ma va subito smentito il luogo comune secondo cui dovrebbe provvedere solo il mondo imprenditoriale.
Occorre un forte legame tra mondo della formazione e mondo del lavoro, tra mondo della produzione e delle professioni.
L’incapacità di realizzare obiettivi e aspirazioni in tempo utile, sposta in avanti la realizzazione delle nuove coppie e, di conseguenza, di dare soddisfazione al desiderio di maternità.
Vanno corretti alcuni errori per anticipare di quattro/cinque anni l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro.
Rileviamo, anzi tutto, l’affossamento della formazione secondaria tecnico professionale.
In secondo luogo, l’abbandono a se stessa della “laurea breve”, oscurata dalla “laurea magistrale”, che la fagocita e non si raccorda con il mondo della produzione e delle professioni.
Rimediare a questi errori, che vengono da lontano, non sarà semplice.
E tuttavia è l’unica strada perché l’individuo trovi la sua soddisfazione e le coppie possano formarsi in età congrue con la possibilità di fare i figli.