I diaconi permanenti della diocesi di Lecce si sono incontrati nel giorno della solennità dei Santi Pietro e Paolo, presso il Santuario Madonna dello Iaddico a Brindisi, per raccontare le esperienze dell’anno pastorale che si è appena concluso e per pregare insieme.
All’incontro hanno partecipato l’arcivescovo Michele Seccia e mons. Vincenzo Marinaci, delegato diocesano per il diaconato permanente. Subito dopo la preghiera del vespro, l’arcivescovo ha brevemente introdotto la riflessione, ricordando l’importanza della pastorale familiare nel servizio che i diaconi compiono nella Chiesa particolare.
Mons. Seccia, narrando alcuni passaggi della propria vita, ha suggerito atteggiamenti volte a valorizzare il diaconato permanente. In esso non c’è spazio per protagonismi e pavoneggiamenti: “La generosità di un diacono che si spende senza cercare le prime file profuma di Vangelo, racconta la grandezza dell’umiltà di Dio che fa il primo passo – sempre, Dio sempre fa il primo passo – per andare incontro anche a chi gli ha voltato le spalle” (Papa Francesco). Secondo l'arcivescovo, essi non sono “mezzi preti” o preti di secondo ordine, ma bravi sposi e bravi padri e soprattutto servitori premurosi e umili, che attraverso l’esercizio del ministero si avvicinano sempre più a Cristo servo. Infine, la spiritualità diaconale è dunque la spiritualità del servizio: “disponibilità dentro e apertura fuori. Disponibili dentro, di cuore, pronti al sì, docili, senza far ruotare la vita attorno alla propria agenda; e aperti fuori, con lo sguardo rivolto a tutti, soprattutto a chi è rimasto fuori, a chi si sente escluso” (Papa Francesco).
Gli interventi dei diaconi più anziani di ordinazione hanno ripercorso le difficoltà e le gioie vissute nel loro cammino di fede al servizio delle parrocchie. Tutti hanno espresso un senso di gratitudine ed apprezzamento verso mons. Seccia e don Vincenzo per aver voluto riprendere il cammino diaconale nella diocesi di Lecce; il 27 maggio scorso, infatti, durante la Veglia di Pentecoste (LEGGI), sono stati ordinati tre diaconi permanenti (Maurizio Giancane, Vinicio Russo e Pierpaolo Signore), a distanza di 16 anni dalle ultime ordinazioni.
Il diacono Giuseppe Tondi, ha presentato una scheda riepilogativa della situazione attuale: nella diocesi di Lecce ci sono 36 diaconi permanenti di cui 27 esercitano il ministero e 9 non esercitano per motivi di salute; solo tre hanno incarichi diocesani, uno alla Casa della Carità e i restanti hanno incarichi nelle parrocchie; al momento c’è un candidato (Luigi Caramìa) al diaconato che ha appena iniziato il percorso formativo, in base al nuovo Direttorio diocesano e uno prossimo all’ammissione al diaconato permanente (Mino Abenante), che ha già compiuto gli studi ed il percorso pastorale necessari.
Vinicio Russo, ha, poi, presentato la breve esperienza missionaria in Moldavia (LEGGI), appena compiuta; è stato, infatti, inviato dall’arcivescovo, nell’incontro del 16 maggio scorso, durante l’assemblea alla presenza del presbiterio e dei diaconi della diocesi, come messaggero di pace verso la Chiesa sorella della Moldavia. Egli ha consegnato, a nome della Chiesa di Lecce, al vescovo di Chisinau, mons. Antonio Cosa, una scultura donata dall’artista Pino Tornese, rappresentante un ramoscello di ulivo, e la croce di don Tonino Bello, donata dalla Fondazione.
L’incontro si è concluso con la solenne concelebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo, nel santuario brindisino.