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Abbiamo tutti bisogno di comunicare ciò che abbiamo dentro, sia gioia o tristezza, speranza, rancore, debolezza e paura… Dalle parole della nostra vita quotidiana nasce la preghiera.

 

 

 

 

La preghiera è un dono divino del Padre celeste a ogni anima. Nessuno di noi ceda alla tentazione di presumere che sia lui a dedicare 10 minuti al Signore. Ma è il contrario. È Gesù che l’altra sera ha chiesto di fermarsi dal vorticoso ritmo quotidiano per dire: “Voglio stare dieci minuti con te… Che sei mio amico e mio fratello”.

È stato questo il clima che si è creato durante l’incontro-testimonianza vissuto nell’ex nuovo seminario diocesano, oggi Centro di pastorale e di cultura “Giovanni Paolo II” in Castromediano, dove i corsisti e ex corsisti della Scuola diocesana di formazione teologica - e non solo -, guidati da don Piero Quarta, hanno avuto la possibilità di ascoltare tre testimonianze su cosa è la preghiera e come si può vivere di preghiera da parte di un fratello laico: Alessandro Valenti; di una coppia di sposi cristiani: Laura e Antonio; di una monaca di clausura del Monastero delle Benedettine di Lecce: Suor Luciana Mele, che hanno accolto l'invito di raccontarsi, lungi dall'idea di proporsi come modelli di preghiera, ma per aiutare a comprendere che la preghiera è un dono dello Spirito Santo, che dà respiro e senso a tutti gli eventi della vita, di confrontarsi - suddividendosi in piccoli gruppi - per un momento prezioso e orante fraterno impegnandosi a pregare per il fratello o sorella che si va raccontando e infine, il toccante momento dell’adorazione eucaristica silenziosa - alla quale ha presenziato anche l’arcivescovo Michele Seccia - dove l’essere umano cerca le parole per portare se stesso e il suo mondo davanti a Dio.

Il tema della relazione tra preghiera e testimonianza richiama decisamente alla prospettiva del dono di Dio. La preghiera è dono di Dio e altrettanto la testimonianza. «Il segno della croce che ci attraversa, - speiga Suor Luciana - svela questa profonda relazione tra noi e Dio. La nostra giornata monastica, al mattino, è scandita dal versetto del Salmo 50 (51) - Dòmine, làbia mea apèries, et os meum annuntiàbit làudem tuam - (Signore, apri le mie labbra, e la mia bocca proclami la tua lode) - quando ancora i colori bui della notte iniziano a lasciare spazio ai colori dell’alba di un nuovo giorno».

Questa attività pastorale, di testimonianza di fede, ci porti verso il grande Giubileo che Papa Francesco sta preparando e che ci ha già annunciato.

 

Racconto per immagini di Arturo Caprioli

 

 

 

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