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Dopo aver presentato la Biblioteca Innocenziana (LEGGI) e l’Archivio diocesano (LEGGI), il viaggio di Portalecce nel patrimonio storico e culturale della Chiesa di Lecce termina nel Museo diocesano di arte sacra: la casa della bellezza.

 

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Museo dal latino Musēum, dal greco Μουσεῖον derivante da Μοῦσα «musa», (propriamente «luogo sacro alle Muse»). Le Muse erano figlie di Zeus, il re dell'Olimpo greco, ed erano le protettrici delle arti e delle scienze, ma erano anche figlie di Mnemosine, la dea della memoria.

Il museo, in quanto locale che ospita opere d’arte, oggetti, paramenti, reperti archeologici etc. non deve essere considerato come un luogo chiuso, visitabile solo da turisti o da qualche scolaresca, ma è indispensabile uscire da questa idea e sottolineare l’importanza di potenziare, divulgare e ampliare la conoscenza di questi luoghi culturali che non sono altro che il passato, il presente e il futuro della nostra memoria e delle nostre radici e delle nostre bellezze.

Il Museo diocesano di arte sacra, collocato a Lecce al primo piano del palazzo dell’antico seminario in Piazza Duomo, negli ambienti oggi restaurati, ma che qualche anno fa erano le stanze dei seminaristi, ospita opere provenienti sia dalle diverse chiese della città, che dalla diocesi. Si compone di un soppalco e due sale. Sul soppalco sono esposti gli argenti di fattura napoletana che costituiscono il tesoro liturgico della cattedrale di Lecce, (secc. XVII-XVIII), i paramenti sacri realizzati con tessuti di fibre pregiate (seta, oro e argento) che attestano il ruolo dei vescovi che in ricordo del loro episcopato, fanno inserire su pianete e piviali, tra i motivi decorativi, le proprie insegne. Nelle due sale sono esposti dipinti datati tra la fine del XV secolo e la fine del XVIII. La prima sala ospita opere di scuola napoletana, come l’Assunta di Gian Domenico Catalano, la Vergine col Bambino e Angeli musicanti di Ippolito Borghese, un Apostolato con il Salvador Mundi, la Crocifissione di San Pietro attribuito a Luca Giordano. Nella seconda sala si possono ammirare le opere dei più famosi artisti locali del ‘700 leccese tra cui Oronzo Tiso autore di due bozzetti raffiguranti la Presentazione di Gesù al Tempio e la Presentazione della Vergine al Tempio, e ancora la tela della Madonna del Rosario, solo per citarne alcune; mentre la tela Sant’Oronzo riceve da Cristo il mandato di proteggere la città di Lecce dalla peste (1766) e due tondi che ritraggono scene dell’Antico Testamento sono opere di Serafino Elmo. Da non tralasciare, anche se di modesta rappresentanza, la sezione dedicata alla statuaria in materiale ligneo, come il busto dell’Ecce homo (sec. XVI) e in cartapesta come la Giuditta con la testa di Oloferne di Raffaele Caretta, datata 1898.

«Tutte queste realtà permettono un percorso di notevole consistenza ed importanza al turista, allo studioso, al fedele, ad ogni persona che desideri “viaggiare” in un mondo di conoscenze non più chiuse o riservate a pochi eletti, ma aperte e accessibili nei contenuti e nella grande ricchezza di conoscenze culturali e di tesori spirituali».

 

Photogallery di Arturo Caprioli.

 

 

 

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