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Continuano gli eventi per festeggiare il Venerabile don Ugo De Blasi. Si è svolto la sera di martedì scorso nell'aula magna del Centro di pastorale e cultura “Giovanni Paolo II” in via Umbria a Lecce, un breve momento di preghiera e una riflessione sulla figura sacerdotale di don Ugo, guidato da mons. Carmelo Pellegrino, leccese di origine che dal Venerabile ricevette il sacramento del battesimo e già promotore della fede presso il Dicastero delle cause dei santi.

 

 

Il cuore della spiritualità e la formazione interiore di don Ugo sono rappresentati in lui come quelle di un prete solido che ha generato tante persone in Cristo. È stato un prete solido che è diventato poi padre amorevole in un mistero sacerdotale generativo, fecondo, trovando la santità in due colonne: l’Eucarestia e la Madonna. Nel suo percorso nel cammino sacerdotale trova posto anche l’assimilazione del mistero della Croce che ha saputo portare fino alla fine con libertà di spirito e fedeltà.” Con queste parole, pronunciate da mons. Carmelo Pellegrino, il relatore ha presentato la figura di don Ugo a un’assemblea partecipata da diversi sacerdoti del clero leccese. A fare gli onori di casa è stato il vicario generale mons. Luigi Manca, accompagnato dal vicario per la pastorale organica don Damiano Madaro.

Un passaggio che ha colpito tutti è stato nel momento in cui la testimonianza, la riflessione offerta da don Carmelo, si è fermata al 1 febbraio 1982 - quando mancavano appena cinque giorni dalla sua nascita al cielo - e don Ugo doveva tenere l’omelia nel trigesimo della morte di don Antonio Cruciato (parroco di Lequile), e durante questa omelia lasciava anche alcune parole che oggi risuonano come un testamento: “non è questione di giorni, non è questione di tempo fratelli, tanto vale la vita quanto vale la nostra preghiera, quanto vale la nostra carità. Non è questione di vita lunga o di vita breve per chissà che in un attimo va all’Eterno e su quell’attimo poggia tutto nell’opera di salvezza. Solo chi crede sente la realtà, ed è quella che ci attende. Questa è solo un preludio, se non proprio l’ombra - come la chiamava San Paolo -. Passa l’immagine di questo mondo. E lo sguardo si appunta verso cieli nuovi e terre nuove, verso cieli tersi, verso quel Regno che solo l’amore è luce ha per tutti.”

Alle 7:30 di cinque giorni dopo, era sabato 6 febbraio 1982, quel giorno don Ugo non aveva ancora celebrato la santa messa perché doveva farlo la sera, mentre in ginocchio recitava il rosario ai piedi dell’altare della Vergine di Pompei, veniva colto da miocardiosclerosi e moriva. Uno dei teologi che ha studiato la causa di don Ugo ha scritto “sembra quasi che la Vergine Santa gli sia venuta incontro per condurlo con sé tra i santi del cielo”.

È impossibile costruirsi una grande vita senza un grande amore […] A che scopo la vita se non per donarla? Soltanto un alto ideale può dar valore all’offerta, che comporta sempre sacrificio, anche se gradito e gioioso. E il bisogno che induce a dare la vita non è altro se non quello di servire…” (don Ugo De Blasi, 1965).

 

Photogallery di Arturo Caprioli.

 

 

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