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Siamo nel pieno della fase narrativa del cammino sinodale 2021-2023. Se nel primo anno sono state coinvolte in prevalenza alcune specifiche realtà, in questa seconda fase di narrazione tutte le realtà ecclesiali e tutti i componenti del popolo di Dio dovranno sentirsi protagonisti.

 

 

“Sempre in sintonia con il Sinodo universale le Chiese in Italia approfondiranno la fase di ascolto, prestando particolare attenzione a crescere nello stile sinodale e nella cura delle relazioni, a sviluppare e integrare il metodo della conversazione spirituale, a promuovere la corresponsabilità di tutti i battezzati, a snellire le strutture per un annuncio più efficace del Vangelo” (Sintesi nazionale della fase diocesana, Cei 18 agosto 2022).

È stato il discernimento sulle sintesi diocesane che ha consentito di individuare alcune priorità, su cui proseguire il processo sinodale, ed è dal discernimento che si deve ripartire nel percorso di un Sinodo non ancora ben definito, ma aperto, e che si snoda su più anni.

Come camminare effettivamente insieme? Come mettere a fuoco alcune urgenze pastorali per un rilancio, adeguato ai tempi, della missione ecclesiale?

Bisogna saper scegliere. “Dio ci invita a valutare e a scegliere - dice Papa Francesco -, ci ha creato liberi e vuole che esercitiamo la nostra libertà. Per questo, discernere è impegnativo”.

Il discernimento comporta fatica. La vita ci pone continuamente di fronte a scelte secondo le realtà che ci troviamo davanti.

Si sceglie dalle cose materiali, come il cibo, il vestito, un percorso di studi, alle relazioni e alle modalità di comportamento nelle relazioni.

Si tratta di realizzare un progetto di vita che sia conseguenza del nostro esercizio di discernimento.

Pensiamo all’esempio del mercante, nel Vangelo, che sa individuare, tra tante perle, quella di maggior valore e vende tutto ciò che ha per acquistarla (cfr. Mt 13, 45-46).

Il discernimento è un esercizio di intelligenza, competenza e volontà, per effettuare la scelta nel momento favorevole anche nelle situazioni impreviste, che richiedono sensibilità a riconoscere l’importanza e l’urgenza di una decisione da prendere.

C’è anche un prezzo da pagare, come per il mercante di perle che spende tutti i suoi averi per acquistare la perla preziosa.

E la scelta è sempre personale; nonostante consigli, condivisione di pensieri e suggerimenti, la decisione si prende da soli.

Ecco perché per decidere bene, è necessario saper discernere.

E tutto si concretizza nella nostra relazione con Dio, una relazione filiale di assoluto amore nella libertà.

Nel primo dialogo con l’uomo Dio gli insegna che non è lui il criterio del bene e del male e che le scelte che l’uomo farà ricadranno su sè stesso, gli altri e il mondo (cfr. Gen 2,16-17).

Il discernimento, quindi, è quella riflessione della mente e del cuore che noi dobbiamo fare prima di prendere una decisione, e la bontà della scelta ha come misura la gioia finale che ne deriva, in quanto atto di maturità d’amore.

Ecco che discernimento e conversazione spirituale sono le coordinate che lo Spirito ci suggerisce in questo inedito cammino sinodale.

 

Forum Famiglie Puglia