Don Tonino Bello diventa Venerabile. Papa Francesco, infatti, ha autorizzato stamattina il decreto che ne riconosce le virtù eroiche durante l’udienza concessa al card. Marcello Semeraro, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi.
Solo domenica scorsa, quasi come in un annuncio premonitore, pur senza menzionarlo, il Papa lo aveva citato durante la meditazione che ha preceduto la preghiera dell’Angelus. “Egli - aveva osservato Francesco spiegando il vero senso della regalità di Cristo - non viene per dominare, ma per servire. Non arriva con i segni del potere, ma con il potere dei segni. Non è rivestito di insegne preziose, ma sta spoglio sulla croce”.
E ancora sempre Papa Francesco - come se volesse già dirlo che stava per promulgare il decreto di oggi - durante l’omelia nella Giornata mondiale dei poveri, in San Pietro lo scorso 14 novembre, così si era espresso: “Di recente mi è tornato in mente quel che ripeteva un vescovo vicino ai poveri, e povero di spirito lui stesso, don Tonino Bello: «Non possiamo limitarci a sperare, dobbiamo organizzare la speranza». Se la nostra speranza non si traduce in scelte e gesti concreti di attenzione, giustizia, solidarietà, cura della casa comune, le sofferenze dei poveri non potranno essere sollevate, l’economia dello scarto che li costringe a vivere ai margini non potrà essere convertita, le loro attese non potranno rifiorire. A noi, specialmente a noi cristiani, tocca organizzare la speranza - bella questa espressione di Tonino Bello: organizzare la speranza -, tradurla in vita concreta ogni giorno, nei rapporti umani, nell’impegno sociale e politico. A me fa pensare il lavoro che fanno tanti cristiani con le opere di carità, il lavoro dell’Elemosineria apostolica… Che cosa si fa lì? Si organizza la speranza. Non si dà una moneta, no, si organizza la speranza. Questa è una dinamica che oggi ci chiede la Chiesa”.
La notizia era attesa ormai da molto tempo e data per imminente già all’indomani della visita pastorale (20 aprile 2018, giorno del 25° anniversario della morte) di Papa Francesco giunto ad Alessano - il paese dove è nato e dove riposa - per pregare sulla sua tomba e poi a Molfetta, dove don Tonino, da vescovo, si è rivelato pastore santo, difensore degli ultimi e profeta di speranza e di pace. Oggi, a pochi giorni dal 39° anniversario dell’inizio del ministero episcopale nella diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi (21 novembre 1982), l’annuncio attraverso il Bollettino ufficiale della Santa Sede: a meno di trent’anni dalla sua morte, il via libera del Papa al decreto che ne riconosce le virtù eroiche.
Alessano e Tricase (dove ha esercitato il ministero di parroco) esultano di gioia. La Chiesa ugentina e la Chiesa molfettese sono in festa. Ma tutta la Puglia è in festa. E anche la Chiesa di Lecce gioisce non solo perché gli ha intitolato l’Istituto superiore di scienze religiose, fiore all’occhiello nel Salento per la formazione teologica accademica dei laici, ma anche, e forse soprattutto, perché la promulgazione del decreto odierno è avvenuta sotto l’egida di un leccese doc, il cardinale prefetto delle cause dei santi, don Marcello Semeraro. Egli, don Tonino lo ha conosciuto sin dai tempi della docenza di teologia dogmatica nel seminario regionale di Molfetta: di lui ha sempre apprezzato lo spessore magisteriale, il coraggio pastorale e il dono della profezia. Oggi lo ha presentato ufficialmente al Papa chiedendo e ottenendo il riconoscimento dell’eroicità proprio delle virtù che ha respirato da vicino. Quelle virtù umane e cristiane che in chi ha avuto il dono di conoscere don Tonino, di frequentarlo e di essergli accanto (o solo di leggerne gli scritti) hanno suscitato stupore e meraviglia, ma anche sequela e imitazione. Come sarebbe giusto fare ogni qualvolta la Chiesa riconosce la santità di persone davvero speciali perché innamorate di Cristo e della comunità.
Proclamato Venerabile, ora don Tonino potrà procedere verso la beatificazione e la successiva canonizzazione dopo il riconoscimento e l'ufficializzazione da parte della Congregazione delle cause dei santi di almeno un miracolo avvenuto grazie alla sua azione di intercessione presso la Trinità.