"I cristiani non debbono usare un linguaggio socialmente educato", incline "all'ipocrisia", ma farsi portavoce della "verità del Vangelo con la stessa trasparenza dei bambini”. Queste le parole di Papa Francesco. Oggi troppo spesso si è schiavi del “politicamente corretto”.
Quando Gesù parla ai suoi discepoli, dice: il vostro parlare sia “Si, si! No, no!". Per non essere vittime "dell'idolatria narcisista che li porta a tradire gli altri, li porta agli abusi" di potere su chi ha fiducia in loro.
Ora, in nome del politicamente corretto, sarà vietato anche dire Natale. L’ultima assurdità è contenuta in una comunicazione ufficiale della Commissione europea. Nel documento, per circolazione interna, intitolato #UnionOfEquality. European Commission Guidelines for Inclusive Communication, vengono indicati i criteri da adottare per i dipendenti della Commissione nella comunicazione esterna ed interna. Nel testo vengono elencate, ad una ad una, tutte le regole che non solo cancellano espressioni del vivere quotidiano comune ma vanno anche contro il buonsenso. Il tutto nel nome del politicamente corretto. A pubblicare in esclusiva il testo del documento per circolazione interna è stato Il Giornale.
Un lungo elenco di divieti che arriva a toccare anche il Natale. La Commissione europea invita ad «evitare di considerare che chiunque sia cristiano». La conclusione? «Non tutti celebrano le vacanze natalizie (…) bisogna essere sensibili al fatto che le persone abbiano differenti tradizioni religiose». E va anche oltre, in nome dell’inclusività la Commissione europea suggerisce di non utilizzare la frase «il periodo natalizio può essere stressante». Ma piuttosto dire «il periodo delle vacanze può essere stressante». E come se ciò non bastasse si raccomanda di usare nomi generici invece di «nomi cristiani» perciò, invece di «Maria e Giovanni sono una coppia internazionale», bisogna dire «Malika e Giulio sono una coppia. Dimentichiamo che il dialogo parte dalla consapevolezza, ma se consapevolezza non c’è?
Dimentichiamo che il Natale non è solo dei cristiani, ma è la storia della nostra civiltà.