Solennità del Corpus Domini diversa, senza la tradizionale processione ma ugualmente suggestiva e molto partecipata ieri sera nella Cattedrale di Lecce.
Com’è, infatti, risaputo, in questo anno così particolare, non è stato possibile svolgere la solenne processione dalla parrocchia di Sant’Antonio a Fulgenzio fino al Duomo, ma non invece l’adorazione del Santissimo Sacramento, presenza viva e vera, come ha detto l’arcivescovo Michele Seccia, dell’amore di Gesù in mezzo noi, che nonostante qualunque periodo e tempo storico, non ci abbandona, non ci lascia, ma, anzi, si stringe sempre di più vicino ai nostri cuori e alle nostre speranze.
“Nonostante le sofferenze, le difficoltà, le divisioni familiari, i dolori - ha ribadito Seccia - Cristo Gesù è la nostra certezza, il nostro punto fermo, il corpo vero su cui poggiarci e trovare speranza”.
“È il mistero nel quale ci riconosciamo cristiani - ha affermato con fermezza. Il suo corpo offerto per noi ci rende tutti un unico corpo che è la Chiesa, la diocesi, ogni parrocchia, ogni nostra famiglia, piccola Chiesa domestica”. Tutti uniti davanti al suo corpo e sangue.
Erano presenti tutti i parroci della città ai quali l’arcivescovo ha consegnato gli oli santi per la celebrazione dei sacramenti, benedetti alla vigilia di Pentecoste.
Ma, il momento più intenso si è vissuto durante l’adorazione dopo la comunione e nella solenne benedizione eucaristica sul sagrato della cattedrale, rivolta a tutta la città di Lecce e a tutta la diocesi in una piazza Duomo festosa al suono a festa delle campane e di una piccola folla di passanti radunata in modo estemporaneo.
Una liturgia che ha riunito con gioia di nuovo i fedeli nella loro cattedrale e che ci ha radunati ancora una volta come famiglia in Cristo.
Servizio fotografico di Arturo Caprioli