Araba, cristiana-cattolica. 58 anni, nata ad Haifa, laureata in Ebraismo all’Università ebraica di Los Angeles (Usa).
Parla arabo, ebraico, italiano, inglese. Nel 2013 è stata insignita del premio “Mount Zion Award” per la riconciliazione, attribuitole insieme alla studiosa e ricercatrice ebrea Yisca Harani, per l’impegno nello sviluppo del dialogo tra culture e religioni diverse. Si presenta così Margaret Karram, eletta ieri presidente dei Focolari con oltre due terzi delle preferenze degli aventi diritto al voto tra i partecipanti all’Assemblea generale del Movimento, composta da 359 rappresentanti di tutto il mondo.
Succede alla fondatrice Chiara Lubich e a Maria Voce che è rimasta in carica per 12 anni (due mandati). Margaret Karram - si legge in un comunicato diffuso dal Movimento dei Focolari - ha ricoperto vari incarichi di responsabilità per i Focolari a Los Angeles e a Gerusalemme. Ha collaborato anche in diverse commissioni e organizzazioni per la promozione del dialogo tra le tre religioni monoteiste, come la Commissione episcopale per il dialogo interreligioso, nell’Assemblea dei cattolici ordinari della Terra Santa e l’organizzazione Icci (Interreligious Coordinating Council in Israel). Ha lavorato 14 anni al Consolato generale d’Italia a Gerusalemme. Dal 2014 è al Centro internazionale dei Focolari come consigliera per l’Italia e l’Albania e corresponsabile per il dialogo tra Movimenti ecclesiali e nuove Comunità cattoliche. Nel 2016 ha ricevuto il Premio internazionale Santa Rita per aver favorito il dialogo tra cristiani, ebrei, musulmani, israeliani e palestinesi, partendo dalla quotidianità della vita vissuta.
Le elezioni si sono svolte ieri, 31 gennaio 2021, ma la sua nomina è divenuta effettiva solo oggi, in seguito alla conferma da parte del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita, come previsto dagli Statuti generali dei Focolari. Nel documento della Santa sede, si auspica che la nuova presidente possa assolvere il proprio compito “con fedeltà, spirito di servizio e senso ecclesiale, per il bene dei membri dell’Opera e della Chiesa universale”.