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Gli studenti italiani hanno sofferto la mancanza di interazioni sociali più dei coetanei europei. È quanto è emerso dalla prima indagine sull’istruzione condotta dalla piattaforma di apprendimento online GoStudent, in collaborazione con Kantar Market Research, in cui sono stati esaminati didattica in presenza e a distanza, insegnamento e abitudini di studio dalla prospettiva di genitori e figli.

 

 

 

La ricerca presenta, inoltre, una sezione dedicata all’istruzione in tempo di pandemia in cui sono state analizzate e comparate sfide, difficoltà e lacune scolastiche riscontrate.

Mentre un genitore italiano su due pensa che le lacune potrebbero continuare anche durante quest’anno scolastico, gli studenti hanno una visione più positiva. L’Italia è, infatti, il secondo Paese in Europa, dopo la Spagna, per percentuale di ragazzi che si dichiara fiduciosa (45%) o che, comunque, non esclude di riuscire a recuperare (43%) nel corso di quest’anno accademico (Spagna: 51% e 43%).  In Italia, come nel resto d’Europa, le materie che hanno dato più filo da torcere agli studenti sono state matematica (25%) e inglese (11%). I ragazzi hanno avuto maggiori difficoltà in inglese (14%), rispetto alle ragazze (7%). 

I genitori che hanno dichiarato un maggior coinvolgimento nell'educazione dei figli sono anche risultati più soddisfatti del loro rendimento scolastico. L’Italia, con 71 punti, ha superato la media europea (69) e si è guadagnata il secondo posto, dietro alla Spagna (79), per ciò che concerne il coinvolgimento dei genitori nell’istruzione dei figli.  

L’Italia è il Paese che ha fatto meno ricorso alle ripetizioni

Malgrado le difficoltà nell’apprendimento riscontrate durante la pandemia, gli studenti italiani rappresentano il fanalino di coda d’Europa per ciò che concerne le ripetizioni. Solo l’8% delle famiglie italiane ha, infatti, optato per un supporto esterno durante lo scorso anno, la metà rispetto alla media europea (16%).

Nonostante l’Italia abbia fatto poco ricorso alle ripetizioni durante lo scorso anno scolastico, gli studenti del Bel Paese detengono il primato in fatto di tempo dedicato all’apprendimento al di fuori dell’orario scolastico. I ragazzi italiani sostengono, infatti, di trascorrere 21 ore a settimana sui libri. Con sole 14 ore a settimana, i giovani dei Paesi Bassi sono, invece, i meno studiosi d’Europa.

In media, gli studenti delle nazioni prese in esame hanno dichiarato di dedicare 18 ore all’apprendimento, oltre al tempo trascorso in aula, 5 ore in più rispetto alla percezione dei loro genitori (13h).

"La nostra missione è quella di innovare l'istruzione, rendendola più accessibile, efficace e vicina ai bisogni delle generazioni presenti e future. L’indagine svolta da GoStudent offre una panoramica completa sull’istruzione in Europa dal punto di vista di genitori e figli. Attraverso questo primo studio, che abbiamo intenzione di pubblicare su base annuale, vogliamo scoprire le tendenze che stanno plasmando l’apprendimento e rendere queste conoscenze ampiamente fruibili", ha dichiarato Felix Ohswald, ceo e co-fondatore di GoStudent.

 

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