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È stato trovato morto nella sua casa a Roma l’attore genovese Paolo Calissano, celebre volto di serie tv di successo negli anni ’90-2000, dalla “Dottoressa Giò” a “Linda e il Brigadiere”, fino a “Vivere”, ma anche finito alla ribalta della cronaca per vicende di droga.

 

 

 

Un’intervista del 2012 aveva raccontato i suoi guai: “La mia vita è stata bella, divertente e a tratti entusiasmante. Ma sempre contraddistinta da una grande solitudine che mi ha portato a fare degli errori anche gravi. Parlo di solitudine perché avere intorno molte donne non significa essere amato. Io ho amato molto, ma non sono certo di essere mai stato ricambiato. O forse sì, ma non me ne sono accorto come avrei dovuto”. Il rischio della solitudine durante il periodo di festività natalizie, è molto comune, ma se ne parla poco. In un mondo come quello di oggi in cui tutto sembra essere a portata di mano e agevolato grazie alla tecnologia, non dobbiamo tralasciare un aspetto importante: l’importanza del contatto visivo, di incontrarsi di persona. Purtroppo, la pandemia da Covid-19 e le misure restrittive applicati per combatterne la diffusione non favorisce tutto ciò.

Nel periodo delle vacanze di fine anno ogni malessere sembra riacutizzarsi, ogni timore assume una dimensione maggiore, e soprattutto il senso di solitudine può prendere il sopravvento.

Il Natale e il Capodanno sono momenti in cui è obbligatorio stare bene, divertirsi, festeggiare, ed è per questo che sono particolarmente penosi per chi soffre psicologicamente, per chi vive in un vuoto esistenziale, per chi è scontento di sé o si è perso nella strada della vita. Il sentimento di solitudine e la sensazione di essere soli in mezzo a folle sconosciute ed anonime si integra con l’idea che tutti gli altri siano persone normali. L’esperienza dell’ansia è ormai diffusa, ed anche le persone che sembrano assolutamente forti e granitiche possono nascondere fragilità impensabili e mai confessate. Magari fragilità che coprono con il super-lavoro, o con l’uso di psicofarmaci. Nel periodo delle vacanze di fine anno ogni malessere sembra riacutizzarsi, ogni timore assume una dimensione maggiore, e soprattutto il senso di solitudine può prendere il sopravvento. Il sentimento di solitudine e la sensazione di essere soli in mezzo a folle sconosciute ed anonime si integra con l’idea che tutti gli altri siano persone normali. L’esperienza dell’ansia è ormai diffusa, ed anche le persone che sembrano assolutamente forti e granitiche possono nascondere fragilità impensabili e mai confessate. Magari fragilità che coprono con il super-lavoro, o con l’uso di psicofarmaci.

Persino quando si vive in famiglia, quando si ha intorno un contesto all’apparenza normale, ci si può ritrovare estraniati, alienati, sentirsi altrove, proprio nel momento in cui tutti dovrebbero essere felici e sorridenti.

Il presidente di telefono amico (numero nazionale) afferma che nei giorni di festa a chiamare il numero unico nazionale (02 2327 2327) sono per lo più uomini tra i 36 e i 55 anni, che hanno bisogno di compagnia. Chi contatta Telefono Amico Italia attraverso il servizio di chat (numero WhatsApp 324 011 7252) ha, invece, un profilo diverso: sono prevalentemente donne, il 59%, e giovani, il 42% ha tra i 19 e i 25 anni. In questo caso le problematiche riscontrate maggiormente sono di tipo esistenziale (19%) e familiare (17%). Per far fronte al notevole aumento delle richieste di aiuto - puntualizza Monica Petra, il presidente, sono 500 le persone che mettono gratuitamente il loro tempo al servizio di chi si sente più fragile”. E sono divise nei 20 centri locali sparsi per l’Italia, “Per la 24 Ore di Capodanno - conclude la presidente di Telefono Amico Italia - sono già oltre 200 i volontari che hanno dato disponibilità. Ci si sente soli, dunque anche a Natale. Soprattutto a Natale. Ognuno di noi può fare qualcosa, basta alzare lo sguardo per accorgersi dei segnali”.

 

Forum Famiglie Puglia