0
0
0
s2sdefault

Gli smartphone sono stati la finestra sul mondo a cui ci siamo stati più affacciati durante la pandemia. I lockdown hanno fatto registrare, picchi di utilizzo di app e social mai visti prima. Ma la tecnologia ci ha davvero aiutato?

 

 

 

I ricercatori della Ruhr-Universitat di Bochum, in Germania, hanno condotto uno studio internazionale sull’utilizzo dello smartphone durante la pandemia e ha evidenziato un coinvolgimento emotivo troppo “importante”: il cosiddetto “fomo”, acronimo di “Fear of missing out”, che è letteralmente la paura di essere tagliati fuori: una condizione di ansia sociale che può sfociare nel patologico.

Detta anche la paura di perdere un’occasione, la Fomo è una sofferenza emotiva, direttamente alimentata dai social network, che si basa sul desiderio di rimanere continuamente in contatto con le attività che fanno gli altri per paura di essere esclusi da contesti sociali gratificanti. Potremo definirla la preoccupazione compulsiva di perdere un’interazione sociale. “Mentre gli smartphone possono migliorare la routine quotidiana e la connessione sociale, il loro utilizzo eccessivo può diventare problematico e influenzare negativamente le relazioni, il lavoro e la salute mentale o fisica”, scrivono i ricercatori tedeschi nello studio pubblicato su “Plos One

Così, la psicologa Julia Brailovskaia ha condotto con il suo team un sondaggio online sull’utilizzo dello smartphone durante la pandemia per identificare tutti quei fattori che potrebbero aver contribuito ad un uso problematico. E l’analisi statistica dei risultati ha rilevato che il basso senso di controllo, la paura di perdersi qualcosa e il pensiero negativo ripetitivo erano, in effetti, tutti associati a una maggiore gravità di “Fomo”, anche in persone che prima di quel momento non avevano mai manifestato problemi d’ansia. Sebbene i risultati non possano dimostrare un nesso di causalità fra la pandemia e la “Fomo”, “l’analisi statistica ha suggerito un’interazione su più fattori. La paura di perdere un’occasione può essere un meccanismo chiave attraverso il quale un basso senso di controllo potrebbe portare a un uso problematico dello smartphone. Parallelamente, un grado più elevato di pensiero negativo ripetitivo è stato associato a una relazione più forte tra Fomo e uso eccessivo del mezzo”.

I cellulari di ultima generazione consentono alle persone di sfuggire ai sentimenti negativi, di accantonare i problemi della vita quotidiana almeno temporaneamente e di provare emozioni positive. Attraverso questi apparecchi sempre connessi con il mondo possiamo partecipare alla vita di altre persone e permettere loro di essere parte della nostra vita. Queste funzioni non solo soddisfano il nostro bisogno di appartenenza, ma possono anche contribuire alla soddisfazione di un’altra importante necessità: il senso di controllo - spiega Brailovskaia, autrice principale dello studio.

L’abuso “digitale” deve essere trattato esattamente come l’abuso di sostanze, l’eccesso di cibo o un’alimentazione restrittiva. L' impatto negativo sulla salute mentale e fisica è identico. Insomma, “l’uso problematico dello smartphone è favorito dall’interazione tra perdita di controllo, paura di perdere qualcosa e pensiero negativo ripetitivo”, il che ha di fatto aumentato in tutto il mondo occidentale i casi di “Fomo”. Ma secondo Brailovskaia un modo c’è per uscire da questo circolo vizioso: “L’attività fisica e pratiche di consapevolezza potrebbero aiutare a ridurre l’uso problematico dei cellulari. In particolare, l’impegno sportivo - all’aperto, così come in casa - appartiene a quelle attività che promuovono il senso di controllo, la salute fisica e mentale e possono ridurre l’uso problematico dei media, l’abuso di “alimentazione elettrica”, ovvero la fame di scrollare foto e post a più non posso.

 

Forum Famiglie Puglia