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La tecnologia è uomo, così sembrano affermare le ultime ricerche Istat. Al di là della latitudine, le donne utilizzano internet e le tecnologie meno degli uomini. Il divario si allarga all’aumentare delle competenze.

 

 

 

Lo smartphone è diventato un vero e proprio strumento di cittadinanza: attraverso applicazioni scaricabili tramite internet è possibile accedere a servizi e bonus, creati anche per colmare le difficoltà causate dalla crisi economica. Possedere uno smartphone, e avere le competenze per usarlo, facilita quindi l’accesso a diverse e utili opportunità.

Nel 2020 abbiamo assistito a una crescita dell’utilizzo delle tecnologie. Possedere mezzi tecnologici, una connessione a internet e le conoscenze adeguate non è scontato, se pensiamo che in alcuni paesi del mondo le persone che hanno accesso a internet rappresentano la minoranza della popolazione e che anche nei paesi in cui molti hanno la possibilità di usare la rete, gli strumenti, le capacità e la volontà per farlo non sono equamente distribuiti.

Le donne italiane, in particolare, sono poco tecnologiche. Battono francesi e tedesche solo nell’uso dei social network: facebook in primis.

Però, le donne dinanzi alla tecnologia sono più realistiche e meno ansiose. Gli utenti che si sentono più stressati - scrivono i ricercatori - sono quelli che usando la tecnologia maturano maggiore consapevolezza degli eventi nella vita degli altri”. È definito “the cost of caring”, quel prezzo che si paga quando le apprensioni arrivano da episodi negativi accaduti ad amici e parenti, in questo caso scoperti e seguiti attraverso i social, le telefonate e i messaggi in generale scambiati con la tecnologia digitale.

Tra i paesi europei, in Bulgaria c’è la più alta presenza di donne nel settore informatico di tutta l’Unione europea. Il Paese si distingue per avere oltre il 30% delle posizioni occupato da donne: un risultato incoraggiante se comparato alla media europea del 16%.

Questi dati sono particolarmente significativi se si tiene conto che l’indicatore si riferisce a figure di alto profilo, non quindi mansioni di inserimento dati o simili. Solo in Romania e Bulgaria la quota di donne in questo ruolo supera il 25%, mentre nel resto dei paesi membri è decisamente più bassa. Dunque in Italia il percorso è ancora molto lungo

 

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