“Farsi prossimo significa impedire che l’altro rimanga in ostaggio dell’inferno della solitudine. Purtroppo, la cronaca ci parla spesso di persone che si tolgono la vita spinte dalla disperazione, maturata proprio nella solitudine”. Queste parole di Papa Francesco nella loro durezza descrivono le conseguenze del sentirsi soli.
Sono 2milioni 996.000 gli anziani non autosufficienti in Italia e sono destinati ad aumentare. La stima di Auser è che nel 2045 potranno raggiungere una cifra variabile fra 4.296.000 e gli oltre 5milioni 500mila. Un grande tema da affrontare alla luce per altro di un Paese sempre più vecchio (causa denatalità) e con i figli sempre meno facoltosi.
In questi giorni, abbiamo letto la terribile notizia, legata alla solitudine, di Marinella Beretta, la donna di 70 anni originaria di Erba (Como) e morta in pieno lockdown, da sola in casa. Nessuno però si è accorto della sua scomparsa se non due anni dopo. Dopo l’intervento legato al suo giardino, abbandonato di fatto da molto tempo, le forze dell’ordine hanno compiuto la drammatica scoperta. La donna è stata trovata cadavere, seduta al tavolo della sua cucina. Marinella non aveva parenti e con l’inizio della pandemia i vicini credevano che la signora fosse andata a vivere altrove ma nessuno l’aveva mai cercata.
Montaigne diceva che si muore non perché si è malati, ma perché si è vivi. Ma si può anche morire in vita, e questa è la tristezza più grande.
Viviamo in una società “social”, dove sembra che sappiamo tutto di tutti, dove ci si interessa al mondo, ma dimentichiamo di interessarci del vicino di casa o di chi incontriamo per strada.
Il sindaco ha chiesto ai cittadini di partecipare ai funerali: “dovranno essere un momento di riflessione su un esempio di solitudine che deve indurci davvero a migliorare e a cambiare certe dinamiche”, ha detto il primo cittadino. E ha aggiunto che la chiesa dovrà essere piena di persone: i comaschi dovranno essere la sua famiglia. “Che Marinella Beretta non sia sola anche nel giorno dei suoi funerali”.
Gli anziani spesso sono troppo soli e si chiedono: «A che serve la mia vita? Per chi vivo? Aspetto che le ore scorrano, poi fisso il muro per ore. Non ho più nulla e nessuno da aspettare».
Senza amore gli anziani muoiono! Lo ha scritto in grassetto, l’arcivescovo Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la vita. È ora di ricostruire intorno agli anziani una rete di rapporti: di vicinato, di volontariato, di impegno per il bene comune. Una rete che diventi garanzia di vita per gli anziani, per noi stessi, per tutti.