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Dario Fabbri, autore della rivista Limes e tra i massimi esperti di geopolitica in Italia, ha in più occasioni detto che gli Stati europei sono “economicisti”, perché considerano l’economia ed il benessere della popolazione come l’obiettivo primario.

 

 

 

Invece, le grandi potenze come Stati Uniti, Cina e, soprattutto, la Russia, non sono affatto degli Stati “economicisti”, non considerando l’economia come fattore principale, ma sono delle superpotenze che vivono di gloria, sono, cioè, orgogliose che, fuori dai confini nazionali, siano rispettate e che le loro decisioni influiscano pesantemente sugli equilibri mondiali. A noi Europei tutto questo sembra inconcepibile, ma è così.

Ora, posto ciò, una potenza del calibro della Russia, si sente ovviamente minacciata dall’eccessivo allargamento ad Est della Nato, dato che un futuribile ingresso dell’Ucraina nell’organizzazione significherebbe avere delle basi militari dell’Alleanza Atlantica a pochi chilometri dal confine. Quindi, sentendosi minacciata, risponde in maniera dura. Il problema è che a pagarne le conseguenze è la popolazione civile ucraina, che sta passando giorni di vero terrore.

In risposta all’aggressione russa, l’Unione Europea, la Gran Bretagna e gli Stati Uniti, stanno varando delle dure sanzioni nei confronti della Federazione russa, che andranno a colpire in maniera dura l’economia del Paese. Tuttavia, anche noi Europei (Italia, purtroppo, in primis, dato che circa il 40% del gas che utilizziamo è importato proprio dalla Russia) subiremo dei duri contraccolpi da queste sanzioni, dato che con la Russia intratteniamo delle relazioni commerciali di un certo livello, specialmente in materia energetica.

Ma, attenzione a non sottovalutare un altro attore internazionale: la Cina, dato che vi è la concreta possibilità che si consolidi l’alleanza politico-economico-militare proprio tra quest’ultimo Paese e la Russia, con tutti i rischi che da ciò ne derivano per l’Occidente.

In molte parrocchie dell’arcidiocesi di Lecce, si stanno tenendo momenti di preghiera e di adorazione eucaristica per la pace. Preghiamo, chiedendo l’intercessione di San Giovanni Paolo II, il grande Papa polacco che, il 2 febbraio 1991, in occasione dello scoppio della Prima Guerra del Golfo, disse: “Mai più la guerra, avventura senza ritorno, mai più la guerra, spirale di lutto e di violenza!”.

Che il Signore ascolti il grido di dolore degli oppressi ed illumini le menti dei responsabili politici affinché si persegua la via del negoziato e si abbandoni quella del ricorso alla violenza.

 

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