0
0
0
s2sdefault

Gentile Direttore, ti sembrerà strano che un motivo apparentemente banale e secondario - ossia non di stretta attualità -, tuttavia, pregno di significato per i suoi risvolti di emergenza, mi ha spinto alle considerazioni contenute in questa lettera.

 

 

 

Industriali salentini del vino, se non riceveranno dall’Ucraina i tappi per imbottigliare, rischiano di chiudere gli stabilimenti. Con quello che significherà in termini economici e sociali.

Per entrare nel merito di questa notizia, al margine di tutte quelle che ci coinvolgono per il disastro di vite umane, profughi, distruzioni, bombardamenti e via elencando, come mio solito, ma con maggiore e sentita partecipazione, tra le tante, ho seguito la trasmissione “Quante storie” di ieri 14 marzo 2022 il cui ospite è stato Gianni Cuperlo che tutti conosciamo bene per poterlo qui presentare.

Ebbene, tra le frasi del tipo “logica deterrente”, “tema della difesa”, “dove termina l’Europa”, “diritto che garantisca” e tante altre, non ho ascoltato quello che mi aspettavo e che, come ho avuto modo di dire in altre occasioni, mio malgrado ritrovo spulciando i giornali del 1961, sintetizzato in questo interrogativo: l’Italia, in quegli anni appena citati, appariva al primo posto per le importazioni dall’Urss per petrolio greggio, ghisa, antracite, prodotti chimici, materie prime per l’industria tessile, concentrati di apatite, sali potassici ecc. ecc. Poi, in anni più recenti, ha importato dall’Ucraina fertilizzanti, cereali, mais e via elencando di cui oggi si sente la necessità di un urgente reintegro delle scorte sennò chiudono panifici, pastifici, stalle, allevamenti e altro. Poi dalla Cina…..  Poi da Taiwain, poi da… poi da….

Insomma, l’Italia cosa produce di suo? E se siamo arrivati a dipendere così tanto dagli altri Paesi, possibile che nessun luminare dell’economia italiana è riuscito a fare in modo che ciò non accadesse? Sembra perfino incredibile che gli stessi illuminati economisti, opinionisti o come diavolo si chiamano, a tutt’oggi non parlino di questa gravissima incapacità a rendere autonomo un Paese, quale è l’Italia, non soltanto per lo stato di crisi per colpa del conflitto tra l’Ucraina e la Russia, ma per l’incapacità di lungimiranza di programmazione economico-politica. Anzi a me pare che schivano l’argomento o non li sfiora nemmeno nonostante la sofferenza in diversi settori.

A me questo aspetto sorprende e mi chiedo con quale spirito continuino a scaramucciare i leader delle varie correnti politiche sulla revisione del catasto, sul reddito di cittadinanza, sugli armamenti sapendo - perché loro lo sanno, non sono fessi - che si sono dimostrati incapaci di affrontare a tutt’oggi un argomento così importante e incisivo.

Vorrei conoscere la tua opinione in merito o quella di altri lettori per sapere se le considerazioni accennate sono di una cittadina del mondo o di una provincialotta che, in questo momento, si interessa di aspetti economici che riguardano una collettività inserita nella globalizzazione da cui trae carburante per sopravvivere.

 

Forum Famiglie Puglia