Nel discorso di Putin allo stadio Luzhniki di Mosca, secondo molti analisti manipolato in post-produzione, lo zar, davanti ad una folla festante, ha giustificato il perché “dell’operazione militare” in Ucraina.
Nel suo monologo ha affermato che l’esercito russo sta compiendo il suo dovere con abnegazione, in spirito di aiuto reciproco e di fratellanza tra soldati, sacrificando tutto per il bene del popolo russo, schiacciato dalla dittatura nazista ucraina. Ha continuato asserendo che l’operazione di denazificazione sarebbe andata avanti senza sosta, sino al compimento degli obiettivi prefissati. Infine, colto da spirito mistico ha ripetuto le parole delle Sacre Scritture: “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici”.
Vero ma, nello stesso tempo, il presidente Putin dovrebbe spiegare se è per amore dei suoi amici che ha permesso la morte di oltre cento bambini ucraini, vittime dei bombardamenti indiscriminati che lui stesso ha autorizzato, se è per amore dei suoi amici che ha permesso ai suoi soldati di bombardare l’ospedale di Mariupol nel quale erano ricoverate molte donne in stato interessante, se è per amore che ha permesso la morte di persone colpite da razzi anticarro e colpi di mitragliatore mentre erano in fila a comprare il pane o tentavano di scappare attraverso corridoi umanitari mai fatti rispettare dai suoi “bravissimi soldati”.
In quei corridoi umanitari le persone continuano ad essere prese di mira dai soldati. Se veramente il “cristiano” Putin crede nel valore di pace e d’amore delle Sacre Scritture e nell’insegnamento autentico di Dio Padre, smetta questa guerra-carneficina, e spieghi se è per amore degli amici che permette alla polizia russa di picchiare e incarcerare i suoi connazionali che dice di voler proteggere, uomini e donne di ogni età, che manifestano pubblicamente contro la guerra. Chi utilizza il nome di Dio per giustificare la guerra ne profana il nome, ha detto Papa Francesco, perché “Dio è solo Dio della pace, non è Dio della guerra”.
La situazione in Ucraina non tende a migliorare. Anzi ogni giorno che passa è sempre peggio. Mentre si cerca di trattare per la fine del conflitto, l’esercito russo ha lanciato dei missili ipersonici, cinque volte più veloci del suono, su un obiettivo militare. Questa tipologia di arma è in grado di trasportare anche testate nucleari. Il Ministero della difesa russo ha annunciato che “Il sistema Kinzhal, con missili aerobalistici ipersonici, ha distrutto un grande magazzino sotterraneo contenente missili e munizioni aeronautiche nel villaggio di Deliatyn”. Questi missili, un giorno, potrebbero colpire ospedali, case private, uffici pubblici, bunker nei quali potrebbero nascondersi centinaia di persone. Sarebbe una strage, una carneficina di gran lunga peggiore a quelle compiute durante la seconda guerra mondiale. Non sarebbe la prima volta che succede questo in Ucraina visto che è stata bombardata una scuola con all’interno quattrocento persone a Mariupol.
A Mykolaiv sono stati estratti almeno ottanta corpi dalle macerie delle caserme colpite dai bombardamenti di venerdì. Il sindaco di Mariupol Vadym Boychenko ha denunciato che migliaia di civili sono stati portati in città sconosciute della Russia. E ancora, The Kyiv Indipendent ha dichiarato che, alle persone deportate in alcuni campi, sono stati controllati i cellulari e i documenti per poi essere trasferite in luoghi sconosciuti. Putin deve spiegare se tutto quello che sta avvenendo in Ucraina, per sua diretta responsabilità, è il risultato dell’amore che si prova verso gli amici o è solo il progetto scellerato di far prevalere l’interesse personale sulla dignità degli esseri umani, creati da Dio liberi. Gli Ucraini, i Russi e l’Europa che ripudiano la guerra e la violenza, attendono una risposta.