Per quanto riguarda i numerosi e preoccupanti casi di epatiti acute di origine sconosciuta riscontrate nelle ultime settimane in età pediatrica in diversi Paesi europei, Italia compresa, “le indagini microbiologiche hanno escluso virus dell’epatite A, B, C, D ed E in tutti i casi”.
Lo sostiene l’Istituto superiore di sanità (Iss) nel Primo piano pubblicato online. Per quanto riguarda un ipotetico collegamento con i vaccini contro il Sars-CoV-2, l’Istituto spiega che al momento “non ci sono elementi che suggeriscano una connessione tra la malattia” e questa vaccinazione, e anzi “diverse considerazioni porterebbero ad escluderla”. Infatti, “nella quasi totalità dei casi in cui si è a conoscenza dello status i bambini colpiti non erano stati vaccinati”, mentre, chiarisce l’Iss, “l’ipotesi che sia un adenovirus a causare le epatiti “è di per sé improbabile, in quanto questo tipo di virus normalmente non è associato a malattie epatiche. In ogni caso l’adenovirus, contenuto nei vaccini a vettore adenovirale anti Sars-Cov-2 utilizzati in alcuni Paesi (in Italia AstraZeneca e Janssen), è geneticamente modificato in modo da non replicare nelle cellule del nostro organismo”.
Allo stato attuale delle conoscenze quindi, “non sembrano biologicamente possibili i fenomeni di ricombinazione tra adenovirus circolanti e ceppo vaccinale. Questi, infatti, presuppongono il rimescolamento di geni tra virus mentre questi si moltiplicano, ma questo - assicura l’Iss - non è possibile per il vettore utilizzato per la vaccinazione”.