Il popolo dei Celti, che viveva in Irlanda, alla fine del mese di ottobre celebrava il passaggio dall’estate al freddo e pericoloso inverno, con una festa chiamata “All Hallow even” letteralmente “vigilia della festa di tutti i Santi”.
Si accendevano fuochi attorno ai quali danzavano, indossando maschere per spaventare le streghe. Negli antichi riti tribali era quella la notte in cui ciò che divideva il mondo dei morti da quello dei vivi diventava così sottile da non poter più impedire agli uni di visitare gli altri. E così accadeva che i vivi preparassero cibi e doni di ogni natura per tutti i cari defunti che quella notte sarebbero potuti ridiscendere nel regno dei vivi. Non c’era paura, ma solo attesa.
Nelle tradizioni celtiche, però acquistavano forza in quella notte anche streghe ed elfi, che ai vivi potevano fare scherzi talmente gravi da poterne provocare la morte: e allora era necessario difendersi. I morti, quando arrivavano, usavano fiaccole, e allora i vivi sceglievano di nascondersi dietro zucche illuminate, per confondere e spaventare le streghe e così allontanarle, per difendersi quindi dalla morte che queste avrebbero potuto provocare.
L’usanza di Halloween è legata alla famosa leggenda dell’Irlandese Jack, un fabbro astuto, avaro e ubriacone, che una sera al pub incontrò il diavolo. A causa del suo stato di ebbrezza, la sua anima era quasi nelle mani del demonio, ma astutamente, Jack gli chiese di trasformarsi in una moneta promettendogli la sua anima in cambio di un’ultima bevuta. Mise poi rapidamente il diavolo nel suo borsello, accanto ad una croce di argento, cosicché egli non potesse ritrasformarsi. Per farsi liberare il diavolo gli promise che non si sarebbe preso la sua anima nei successivi dieci anni e Jack lo lasciò andare. Dieci anni più tardi, il diavolo si presentò nuovamente e questa volta Jack gli chiese di raccogliere una mela da un albero prima di prendersi la sua anima. Al fine di impedire che il diavolo discendesse dal ramo, il furbo Jack incise una croce sul tronco. Soltanto dopo un lungo battibecco i due giunsero ad un compromesso: in cambio della libertà, il diavolo avrebbe dovuto risparmiare la dannazione eterna a Jack. Durante la propria vita commise così tanti peccati che, quando morì, fu rifiutato dal Paradiso e presentatosi all’Inferno, venne scacciato dal diavolo che gli ricordò il patto, ben felice di lasciarlo errare come anima tormentata. All’osservazione che era freddo e buio, il diavolo gli tirò un tizzone ardente, che Jack posizionò all’interno di una rapa che aveva con sé. Cominciò da quel momento a vagare senza tregua alla ricerca di un luogo in cui riposarsi. Da allora Jack viene rappresentato con una zucca su cui c’è intagliata una faccia.
In ricordo di quell’antica festa, ancora oggi si festeggia Halloween la notte del 31 ottobre; in questa notte i bambini solitamente si mascherano e bussano alle porte delle case, dicendo: “Trick or treat”, cioè “dolcetto o scherzetto”. Chi apre la porta offre loro biscotti e caramelle… se invece non offrono nulla fanno uno scherzetto presentando una zucca con dentro una candela per terrorizzare gli abitanti della casa.
Il giorno dopo Halloween è Ognissanti, cioè la festa di tutti i Santi. E una festa è sempre un momento di gioia e la gioia va a braccetto con la luce, con l’allegria, con la speranza!
Se pensiamo a case stregate, pipistrelli, spiriti, streghe e Jack-O-Lantern (la zucca vuota lavorata a mano tradizionalmente adoperata nei Paesi anglosassoni) tutte suggestioni ingannevoli… il loro denominatore comune è la paura che vogliono incutere. La morte fa paura a tutti, ma ogni cristiano ha ricevuto nel battesimo la vita eterna e quindi, in forza del dono dello Spirito dell’amore “siamo concittadini dei Santi e familiari di Dio” (Ef 2,19).
Ogni essere umano desidera la felicità, il bene, il bello e questo altro non è che desiderare Dio. Ogni Battezzato porta in sé la luce della Santità e quindi è chiamato a irradiarla nel mondo per portare a tutti la gioia e la pace.
Storie di violenza e di morte ai nostri giorni ce ne sono fin troppe e quindi quando vediamo la zucca con il lumino dentro ricordiamoci che non siamo ‘zucche vuote’ ma siamo preziosi agli occhi di Dio perché portiamo dentro di noi una luce speciale che ci chiama a diventare Santi per rispondere al progetto di amore che Dio ha su ogni creatura.