Dall’entrata in vigore del Codice rosso al 31 maggio 2021 sono si sono verificati 24 reati di costrizione o induzione al matrimonio, l’85% dei quali commessi in danno di persone di genere femminile.
È quanto emerge dal primo Report sulla “Costrizione o induzione al matrimonio” in Italia pubblicato dalla Direzione centrale della Polizia criminale del dipartimento della Pubblica sicurezza del ministero dell’Interno.
Con l’obiettivo di “contrastare, in particolare, il fenomeno ormai di dimensioni globali dei matrimoni precoci e delle ‘spose bambine’” il nuovo reato introdotto dal Codice rosso “prevede - ricorda una nota - pene aggravate nel caso di minore età delle vittime, nell’ambito di un sistema di norme penali a tutela delle persone colpite da violenza di genere e domestica”.
Rispetto al totale, in un terzo dei casi le vittime sono minorenni (9% infraquattordicenni e 27% tra i 14 e i 17 anni). Il 59% delle vittime sono straniere, in maggioranza pakistane, seguite dalle albanesi. Nel 73% dei casi gli autori del reato sono stati uomini anche in questo caso di nazionalità prevalentemente pakistana, seguita da quelle albanese, bengalese, bosniaca. Nel 40% dei casi i responsabili erano di età compresa tra 35 e 44 anni.
“Il Report aiuta ad analizzare il fenomeno - che ha radici storiche, culturali e talvolta religiose - e, individuando radici e contesti di riferimento, ha l’obiettivo di migliorare le strategie di contrasto”, viene osservato nella nota. “I dati, inevitabilmente, fotografano una situazione sottodimensionata rispetto a quella reale”, la preoccupazione espressa: “L’emersione di questo reato, infatti, non è facile perché spesso si consuma tra le mura domestiche e le vittime sono quasi sempre ragazze giovani, costrette ad abbandonare la scuola, talvolta obbligate a rimanere chiuse in casa nell’impossibilità di denunciare, anche per paura di ritorsioni”.