Entro il 2030 si vorrebbe raggiungere un obiettivo: non avere più persone senza fissa dimora.
Per questo motivo è nata una piattaforma europea per i senzatetto, lanciata il 21 giugno scorso, nel corso di una conferenza organizzata dalla presidenza portoghese dell'Unione europea a Lisbona. Un'iniziativa attraverso la quale, istituzioni europee e stati membri, hanno ufficialmente deciso di mettere fine a quella che è la forma più estrema di esclusione sociale, che interessa oggi 700mila persone in tutta Europa.
Un numero impressionante che è perfino aumentato negli ultimi 10 anni del 70%.
Dare casa ai senzatetto è un obiettivo comune. La piattaforma prevede di condividere l'esperienza tra gli stati membri, fino al raggiungimento del traguardo fissato per il 2030: nessun uomo dovrebbe più dormire in strada. Chi dorme per strada non è felice, sicuramente dormire per strada non lo vuole realmente.
L’obiettivo, senza dubbio ambizioso, è quello di creare le condizioni perché nessuno in Europa debba essere costretto a vivere per strada, in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Onu che chiedono di porre fine alla povertà estrema, compresa la mancanza di fissa dimora, e di garantire a tutti l’accesso ad alloggi adeguati, sicuri e a prezzi accessibili o gratuiti.
Sempre più donne, bambini e stranieri si ritrovano per strada. E le grandi città europee sono purtroppo piene di invisibili. Fuori dalla Stazione Termini di Roma dormono centinaia di persone e tra le eleganti strade di Parigi si incrociano molte famiglie con bambini piccoli che vivono per strada. Povertà crescente, perdita del lavoro, emarginazione sociale colpiscono sempre più persone in condizione di vulnerabilità ma spesso i più deboli, avverte, il rapporto, sono i rifugiati, invisibili tar gli invisibili. In Grecia, ad esempio, il 51% dei 3.774 minori non accompagnati non ha fissa dimora.
I dati che ci restituiscono una situazione drammatica però sono molti: in Irlanda 1 senzatetto su 3 in un alloggio temporaneo è un bambino; in Svezia tra il 1993 e il 2017, la quota di donne tra la popolazione senza fissa dimora è passata dal 17% al 38%; in Olanda il numero dei giovani senzatetto è passato da 4.000 nel 2009 a 12.600 nel 2018; In Germania le famiglie con bambini rappresentano il 27,2% dei rifugiati senza fissa dimora.
La Fondazione Abbé Pierre e la Feantsa hanno dimostrato che, mobilitando meno del 3% delle sovvenzioni previste dal budget del Piano di recupero post-Covid, l’Unione europea e gli Stati membri sono in grado di reinsediare immediatamente tutti i senzatetto in Europa in condizioni dignitose per un anno intero.
Dare un tetto a tutti non è carità, è giustizia sociale e la giustizia sociale è il compito delle autorità pubbliche e dei governi.