Un gruppo di ragazzini ha aggredito un uomo di 60 anni nella centrale Piazza San Domenico, a Casarano. La vittima sarebbe stata prima spinta a terra, poi colpita con calci ai fianchi. L'aggressione è avvenuta nella serata di lunedì.
L'uomo, che ha denunciato l'accaduto ai carabinieri, ha riportato ferite non gravi. Tra le persone che hanno assistito alla scena, un consigliere comunale, Marco Mastroleo, che ha raccontato l'episodio sui social. Qualche mese fa la notizia di un altro anziano bullizzato, deriso, picchiato con calci e pugni, in casa ma anche in strada. Il massacro del 66enne è tutto in una serie di video girati dai ragazzini che si divertivano a prenderlo in giro e poi a spingere, a picchiare, a torturare, a chiedergli i soldi della pensione. Un altro anziano a Taranto vittima dei bulli perché aveva osato redarguire due ragazzi che stavano disturbando la celebrazione della messa.
Va posta l’attenzione sulla rabbia di questi ragazzini. I genitori, potrebbero non accettare facilmente la premessa che le loro pratiche genitoriali abbiano giocato un ruolo importante nello sviluppo dei problemi o che possano essere usate per modificare l’attuale situazione. È necessario rieducare le persone al rispetto dei diritti di persone e animali e al rispetto delle cose.
Molto interessante il progetto che prevede, il volontariato, come risarcimento per reati o illeciti non gravi. Il progetto è stato adottato da alcune scuole e oratori, con risultati soddisfacenti anche per i ragazzi che si macchiano di bullismo. Nell’opera di sostegno e aiuto per combattere il bullismo, è indispensabile non concentrarsi solo sui soggetti che patiscono le ingiustizie, ma anche su coloro che le commettono, in quanto i prevaricatori non percepiscono il loro comportamento come un problema, anzi, lo definiscono “un semplice scherzo”. La proposta di aiutare i ragazzi che commettono atti di bullismo sottoponendoli ai lavori socialmente utili ha lo scopo di evitare lo stigma e dare origine a una giustizia riparativa. A tal fine i lavori socialmente utili possono essere utili per ricostruire un’identità e dare al “bullo” un ruolo nuovo. Servono, infatti politiche volte all’inclusione più che alla punizione: sospendere un alunno che compie atti di bullismo non è la soluzione; è meglio includerlo, reintegrarlo, farlo sentire parte di un gruppo.
Attività di volontariato svolte negli ospizi, nei ricoveri per cani e gatti, nelle mense Caritas o in altre strutture in grado di stimolare sensibilità civili e culturali. Ma non solo.
Il ragazzo che compie atti di bullismo e che non modifica i propri comportamenti dopo un percorso di rieducazione, potrebbe essere allontanato dalla famiglia dal Tribunale dei minori e affidato a una casa famiglia se la permanenza con i genitori risulta controproducente alla sua rieducazione. Così prevede, per i casi più gravi di bullismo, la legge che la Commissione Giustizia della Camera ha approvato ma che ha già animato moltissime discussioni.