Lʼultima provocazione, dello psicoterapeuta dellʼetà evolutiva Alberto Pellai è quella di bandire il cellulare da casa fino alla terza media.
«Ecco perché»: Non è adatto ai loro bisogni; riduce la probabilità di successo scolastico; interferisce con lo sviluppo della mente in età evolutiva; impatta sulla salute; crea ansia e dipendenza; genera diseducazione sessuale e interferisce con il sonno; influisce sulle reazioni emotive e sulle relazioni con gli altri. Il libro dello psicoterapeuta non lascia spazio all’immaginazione fin dal titolo: Vietato ai minori di 14 anni (DeAgostini).
Dire “no” è una sfida ed è davvero difficile ma ancora possibile da vincere, per i genitori e per il bene dei propri figli.
Lo psicoterapeuta spiega dettagliatamente i motivi del no: al di sotto dei 14 anni il cervello umano non è organizzato, ma tsunamico: l’adolescenza è cambiamento, crescita, rischio, ricerca, esplorazione. A mano a mano che si sperimentano situazioni nella realtà, il cervello impara a organizzarle e acquista le relative competenze cognitive. E questo processo, che solo nella realtà può svilupparsi, richiede gradualità, come la costruzione di una casa a piani. Lo smartphone, col suo “tutto e subito” a portata di dito, dai bambini e dagli adolescenti non può essere gestito; semplicemente perché non hanno ancora gli strumenti per farlo. I bambini ne escono azzerati dal punto di vista sociale ed emotivo, più immaturi, incapaci di affrontare la realtà, sempre più arrabbiati”.
Bisogna quindi proporre delle alternative.
Molto bella l'iniziativa del sindaco di Vigonza, ad esempio, che qualche anno fa, bandi un concorso per gli studenti delle scuole medie del territorio, 58 studenti accolsero la sfida e consegnarono i propri smartphone in comune.
In palio c’era una super gita a Gardaland. Il concorso si chiamava “disintossicazione digitale”.
Un concorso che fu applaudito da molti genitori e insegnanti. Sicuramente provocatorio, per far riflettere i ragazzi sull’uso a volte spasmodico del cellulare e dei benefici che può comportare un uso più controllato.
Lo smartphone, strumento utilissimo che la tecnologia ci ha fornito non deve diventare dipendenza spasmodica.
Iniziative simile nella parrocchia di Vicenza, dove qualche anno fa parti l’iniziativa del “digiuno digitale” nella parrocchia di Sant’Andrea. Per tutta la Quaresima, alcune famiglie con i propri ragazzi, aderirono a questa singolare dieta, impegnandosi a limitare l'invadenza degli smartphone, per utilizzare il tempo riscoprendo i rapporti in famiglia e con gli amici, senza necessità di selfie.