Si chiama Frances Haugen, è una ex dipendente di Facebook e in “Minutes” racconta di aver presentato diverse denunce alla Sec, la Consob americana, nelle quali accusava il social di aver nascosto le sue ricerche e i suoi studi agli investitori e al pubblico.
La 37enne afferma che la piattaforma social avrebbe allentato la censura dei messaggi d'odio e i contenuti che disinformavano sul risultato delle elezioni presidenziali 2020, finendo per favorire la diffusione dei messaggi sui presunti brogli.
Non solo, Facebook nella sua attuale forma è pericolosa, pone una minaccia alla democrazia», ha denunciato in alcune interviste l’ex product manager Frances Haugen, Le accuse della 37.enne Haugen pesano come macigni, anche perché arrivano da una veterana del settore, che ha lavorato per Pinterest, Yelp e Google prima di dimettersi lo scorso maggio da Facebook, dove era arrivata due anni prima proprio per limitare la disinformazione elettorale. La manager contesta alla società di anteporre il profitto e lo sviluppo alla sicurezza, ingannando il pubblico e gli investitori, tanto che ha presentato ben otto denunce alla Sec. Facebook trema e crolla in Borsa.
Frances Haugen ha consegnato una ricerca interna ai legislatori statunitensi e al Wall Street Journal, secondo cui la società sapeva, ma non ha rivelato, l’impatto negativo di servizi come Instagram sui giovani utenti La raccolta di documenti che ha consegnato Frances Haugen fa luce su dinamiche interne al colosso americano: dalle politiche sulla moderazione dei contenuti, al trattamento diverso riservato ad account di personalità di alto profilo, rispetto a quello destinato agli utenti comuni; ma soprattutto il tema dell’impatto psicologico che Instagram avrebbe sui giovani utenti.
Secondo i dati raccolti, elaborati e diffusi da Haugen, Facebook sarebbe intervenuta su una quota compresa tra il 3 e il 5% del totale di post di odio pubblicati sulla piattaforma e su meno dell’1% dei contenuti classificati come “incitamento alla violenza”.
Instagram, social delle foto coi filtri, acquistato da Facebook per un miliardo di dollari nel 2010, pare abbia effetti devastanti sulla psiche di molte teen-ager. Secondo le ricerche, commissionate dalla stessa società di Mark Zuckerberg, una ragazza su tre in possesso di un account Instagram sviluppa disturbi di percezione del proprio corpo. E addirittura tutti i gruppi analizzati hanno accusato spontaneamente il social di provocare loro angoscia e un aumento delle tendenze depressive. Un disastro. Soprattutto se inserito in un contesto potenziale: qualche tempo fa, infatti, Facebook ha accarezzato a lungo l'idea di proporre una versione di Instagram per i minori di 13 anni. Idea che il Congresso americano ha bocciato nettamente, bloccandola sul nascere. E fa specie pensare che Facebook fosse perfettamente consapevole dei danni creati da Instagram agli adolescenti, mentre spingeva per un'app dedicata agli under 13. «Da una ricerca che abbiamo visto, emerge che l’utilizzo di app social per connettersi con altre persone può avere benefici positivi per la salute mentale», ha detto Mark Zuckerberg in un’audizione al Congresso nel marzo 2021, quando gli è stato chiesto dei bambini e della salute mentale. Invece, a quanto pare, è l'esatto contrario.
La scorsa estate una ragazza del basso Salento si è presentata con i genitori da una psicoterapeuta, con lei altre quattro amiche con i rispettivi genitori. La ragazza, che ha convinto anche le altre a farsi aiutare, si è unita alla piattaforma a 13 anni e alla fine ha trascorso tre ore al giorno incantata dalle vite e dai corpi apparentemente perfetti degli influencer del fitness. «Quando sono andato su Instagram - racconta la ragazza, oggi 16enne - tutto quello che ho visto erano immagini di corpi perfetti, addominali perfetti e donne che facevano 100 burpees [un genere particolare di flessioni a corpo libero, ndr] in 10 minuti». E a quanto pare, quello di questa ragazzina è un fatto assai comune. Perché i ricercatori di Instagram, che dal 2019 hanno iniziato a studiare gli effetti indesiderati della piattaforma, hanno scoperto un vaso di pandora.
Il 32% delle ragazze adolescenti ha affermato che quando si sentivano male per il proprio corpo, Instagram le faceva sentire peggio» recitava una diapositiva dello studio top secret circolato negli uffici di Facebook. In un'altra era scritto che «Gli adolescenti incolpano Instagram per l’aumento del tasso di ansia e depressione. Questa reazione è stata spontanea e coerente in tutti i gruppi». Addirittura, tra gli adolescenti che hanno manifestato pensieri suicidi, alcuni di loro hanno il desiderio di uccidersi su Instagram.
Pertanto, al di là di ogni ragionevole dubbio sollevato dall’ex dipendente, è comunque evidente che fra fake news che spopolano, estremismi mal contrastati e influenza negativa sugli adolescenti, il mondo dei social si trova davanti a incognite da affrontare urgentemente. Dal punto di vista tecnologico, ma anche legislativo.