“Desideriamo rendere grazie a Dio per il dono della sua persona e del suo ministero, ricco di apertura al trascendente e attento alle sfide del tempo. Siamo qui con il cuore riconoscente e orante, per essergli accanto in questo viaggio verso l’eternità”.
Sono queste le parole di mons. Giuseppe Satriano, arcivescovo di Bari-Bitonto, nell’omelia per la messa in suffragio del Papa emerito Benedetto XVI, celebrata ieri pomeriggio nella cattedrale di Bari. “Un uomo da sempre in ricerca che, sino alla fine dei suoi giorni, non ha smesso di vivere e di camminare con il Signore, in una comunione di cuore e di volontà. Quello di Benedetto XVI è stato un ministero sostenuto e irradiato da un grande amore per il Signore. La profondità del suo spirito di teologo e di pastore è attestata dalla ricchezza del suo magistero, maturato nella preghiera e nella quotidiana ricerca di Dio. Lo stile, semplice e cristallino, lasciava intravedere la bellezza del suo cuore e al tempo stesso un animo schivo e riservato”.
Il presule ha proseguito nell’omelia ispirata dal Vangelo del giorno (Gv 1,35-42), utile per descrivere la figura del Papa emerito come una persona alla ricerca del Signore, che si è lasciata raggiungere dal mistero di Dio. “Un pastore dal tratto gentile e dallo sguardo profondamente umano, ha illuminato col suo breve pontificato un periodo storico non semplice. Le fatiche della Chiesa facevano ormai capolino tra le fatiche del mondo, delineando un periodo difficile, inquieto, che ancora oggi segna i nostri vissuti”, ha aggiunto mons. Satriano che sottolineato l’amore di Ratzinger per la Chiesa, “sino a giungere all’estremo gesto di uscire di scena, in punta di piedi”.
L’arcivescovo di Bari-Bitonto ha ripercorso le motivazioni del nome scelto da Benedetto, l’umiltà vissuta e testimoniata, e le sue parole a inizio e fine pontificato. “Errato considerarlo un papa di transizione. Da pontefice, Benedetto ha operato una grande apertura del papato stesso alla consapevolezza di una coscienza, mai sopita e mai sottomessa alle ragioni del ruolo”, le parole di mons. Satriano che ha concluso: “Mentre eleviamo la nostra preghiera di suffragio, poniamoci in cammino: come i due discepoli del Battista, come papa Benedetto. Da loro impariamo a divenire cercatori del Signore che chiama, per giungere, al termine dei giorni, in una piena comunione di cuore e di volontà, esclamando: ‘Signore, ti amo!’”.