“Borghi divini: tra santi, fiabe e megaliti”: la festa entra nel clou oggi e domani (sabato 18 e domenica 19 marzo) a Minervino di Lecce, Cocumola e Specchia Gallone, dove la tradizione delle antiche Tavole di San Giuseppe verrà celebrata tra riti, riflessioni culturali e momenti dedicati al gusto, sempre in un’ottica di valorizzazione della tradizione religiosa e culturale.
Oggi è il giorno in cui ammirare, dalle 19 in poi, le tradizionali Tavole allestite a Minervino, Cocumola e Specchia Gallone in un percorso della tradizione culinaria realizzato grazie alle famiglie del territorio (LEGGI IL PROGRAMMA). Dalle 18 in poi, inoltre, in programma “I sapori di Minervino”, percorso gastronomico in via Procuratore G. Bandello con “Infuso natura”, “Luce d'Alba”, “Ortobuono Vizzino”, “Il Maceificio agrifattoria Cooperativa Mettere le Ali”, Forno Caroppo, “N'grillo Ortofrutta”. In piazza Umberto I, invece, spazio a “Il cibo di Strada”, street food della tradizione con “Salento Chips”, “Birrificio b94, “Agrimó Salento”, “Salumi Baccaro”. Piatti della tradizione in degustazione invece presso i ristoranti “Casanova pub”, “Borgo Antico” e “Osteria Origano” (Minervino), “I Rocci Ristorante” (Cocumola), Uccera Birra&Cucina (Specchia Gallone).
La tradizione delle Tavole di San Giuseppe è antica e prende le mosse dalla consuetudine, per le famiglie benestanti del paese, di estendere almeno per un giorno ai meno fortunati il piacere, non solo gustativo, di una tavola imbandita: un atto di carità, insomma, ed insieme un ringraziamento e un atto di affidamento - per chi benestante non era - al padre putativo di Gesù. La festa di San Giuseppe era ed è dunque per Minervino di Lecce l'occasione per rafforzare lo spirito di comunità: una tradizione che il piccolo comune a pochi chilometri dal mare di Otranto e le sue due frazioni di Cocumola e Specchia Gallone non hanno mai perduto.
Da tempo immemorabile, infatti, per la festa di San Giuseppe vanno in scena nel territorio minervinese le Tavole, che richiedono la preparazione di ben i 169 piatti, esattamente 13 pietanze per ciascuno dei 13 santi presenti. Tutti i cibi fanno parte della tradizione gastronomica del Salento, espressione della stagionalità: immancabile la pasta fresca di grano duro con ceci e cavoli, che nel dialetto locale è conosciuta come massa e nella frazione di Cocumola diventa vermiceddri, ma ci sono anche i lampascioni sott'olio - a rappresentare l'imminente passaggio dall'inverno alla primavera - e ancora le pittule, le verdure lesse, il baccalà, il pesce fritto e molto altro. Le stesse specialità che vengono preparate e allestite sulle Tavole imbandite di molte case di Minervino e offerte alla vista dei visitatori, che possono così sentirsi raccontare dalla voce degli stessi minervinesi una tradizione antica dettata dalla devozione religiosa e dalla virtù cristiana della carità.