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“Facciamo sì che la festa di Pasqua trasformi le nostre tombe in sepolcri vuoti per essere annunciatori e sentinelle di nuove albe, di infinite e continue risurrezioni”.

 

 

 

È l’esortazione di mons. Franco Moscone, arcivescovo di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo. Nel suo messaggio pasquale pubblicato sull’ultimo numero del periodico diocesano “Voci e Volti”, il presule osserva che la guerra in Ucraina e tutti i confluiti in corso nel mondo “ci interrogano insistentemente, ci spiazzano, ci sfidano, ci obbligano a prendere posizione, ci costringono a responsabilità, non a neutralità. In tutto siamo confortati dalla fede nel Risorto, Principe della vera pace: la sua Parola ci conferma che il Padre celeste si mette sempre in ascolto degli uomini e non ha paura di cambiare le sue convinzioni e i suoi progetti”.

Guai allora a “restare indifferenti di fronte a tutto ciò che accade sia a livello locale che globale. Guai a non accorgerci del volto dei fratelli, delle persone che incontriamo, delle loro voci che gridano bisogni e manifestano sentimenti. Facciamo sì che la festa di Pasqua - l’esortazione dell’arcivescovo - trasformi le nostre tombe in sepolcri vuoti per essere annunciatori e sentinelle di nuove albe, di infinite e continue risurrezioni” perché “non esiste morte o tragedia che possa trattenere prigionieri i ‘risorti’ che siamo noi, battezzati e unti dallo Spirito di verità e di libertà”. Chiediamo, allora, “la conversione del cuore affinché si progredisca e germogli una rinnovata cultura di pace e di fratellanza autentica: sarà allora veramente Pasqua!”.

Di qui l’augurio a tutti di “un cammino pasquale di resistenza e di trascendenza, di lotta interiore contro tutte le forme di disperazione e di scoraggiamento, per seminare la speranza, certi che verrà la Pasqua, giorno di resurrezione e di trasfigurazione per ogni uomo e per l’intero Creato”.

 

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