“La fede, quando è autentica, non è ‘oppio’, ma forza inesauribile”: scrive così mons. Fabio Ciollaro, vescovo di Cerignola-Ascoli Satriano, nel messaggio per Pasqua.
“Possiamo far finta di non capire. Oppure - continua il presule - possiamo riflettere con serietà su ciò che avviene e trarne indicazioni pratiche. Sta arrivando la Pasqua, e vogliamo viverla in tutta la sua pienezza”.
Il vescovo invita la comunità locale a compiere il “passaggio” - questo significa “Pasqua” - da un diffuso atteggiamento di indifferenza : “Non possiamo mettere la testa sotto la sabbia, come gli struzzi” - a una cosciente presa di posizione nei confronti di una realtà segnata, anche nelle scorse settimane, da episodi di cronaca: “Recenti blitz e molti arresti hanno manifestato ancora una volta che un numero troppo alto di cerignolani vive ‘male’. Tra le varie attività della malavita locale prospera il traffico di droga. Cose risapute. C’è un particolare però che non possiamo ignorare: lo spaccio ha tanti clienti qui sul posto, e non si tratta solo di giovani! Sarebbe comodo pensarlo, per scaricare su di loro il problema”.
Mons. Ciollaro si rivolge soprattutto ai “grandi”, a coloro che “sono di più di quelli che ci aspetteremmo”, per denunciare che “il consumo di stupefacenti è diffuso anche tra gli adulti”, evidenziando che “se c’è tanto spaccio in città, significa che c’è tanta richiesta”. E, nella consapevolezza che “non mancano a Cerignola tentativi per aiutarli, da parte della Chiesa o di altre agenzie educative”, cosa pensare - chiede il vescovo - “degli adulti che consumano droga? Lo fanno per passare qualche serata ‘brillante’? O cercano negli stupefacenti un sostegno per affrontare gli impegni e i problemi della vita?”.
Di fronte ai tanti effetti delle “sostanze” che “indeboliscono o alterano le nostre facoltà più propriamente umane, cioè l’intelligenza e la volontà”, che “c’entra tutto questo con la Pasqua?”, chiede il presule ricordando ai cittadini di Cerignola che “la fede, quando è autentica, non è ‘oppio’, ma forza inesauribile. Non è illusione per stordirci e dimenticare i problemi, ma riserva di coraggio e di speranza”.
Si tratta, dunque, di compiere una scelta: “la cocaina o la Pasqua?”, nella certezza cristiana che il passaggio dalla morte alla vita del Cristo Risorto assicura che “in fondo al tunnel c’è sempre una luce” e che “ogni dolorosa passione alla fine può trovare senso”. È questo l’invito - e l’augurio - che mons. Ciollaro rivolge ai fedeli per vivere l’autentica pienezza della Pasqua, individuando, nella celebrazione gioiosa dei sacramenti, l’opportunità per riconoscere le “nostre debolezze, di qualunque tipo”, sicuri che “la bandiera di Cristo Risorto è speranza per tutti!”.