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Tutti in piedi, signori. Il Lecce è ciò che vuole la sua gente. Sudore, fatica, lotta, intensità, densità difensiva, contropiede rapidi e micidiali. I gladiatori giallorossi si sono calati nell'arena della serie A, sapendo che il Via del Mare rappresentava il valore aggiunto della banda di Baroni.

 

 

Finché hanno avuto fiato i leccesi si sono difesi con le unghie e coi denti. Manca ancora un po' di esperienza, ma il Lecce, come ha detto Corvino, può stare in A. Solo al 94 è arrivata la beffa finale, ma questa è la categoria che il Lecce dovrà affrontare.
Oggi iniziava una nuova avventura per il Lecce tagato Corvino-Baroni. Sugli spalti erano in 30 mila a spingere i giallorossi, consci che il campionato sarà irto di difficoltà, ma certi di poter lottare fino in fondo, uniti per un solo obiettivo, pronti a ogni sacrificio pur di difendere la nostra terra, la nostra maglia, la nostra Città.
Rinvigoriti da questo entusiasmo straordinario e incuranti della pioggia battente, i salentini affrontavano la gara con piglio, voglia e determinazione, nonostante l'evidente gap con i nerazzurri.

In verità, il Lecce oggi era incerottato in difesa, dove Cetin stringeva i denti, mentre cambiava di posizione Baschirotto, adattato nel centro della difesa. Baroni confermava dietro sulle fasce i due giovani Gendrey e Gallo. A centrocampo la novità era costituita dalla presenza del 2002 Gonzalez, scuola Barça, mentre in attacco Ceesay era accompagnato dagli esterni Strefezza e Di Francesco.
Di contro, l'Inter dei campioni scendeva al Via del Mare praticamente al completo, con Brozovic ispiratore e Lukaku e Lautaro in avanti.
L'arbitro della gara era Prontera, nato a Tricase e cresciuto a Ruffano, il quale però non ha per nulla fatto evincere le sue origini nel corso della gara.
Dopo un minuto di gioco, l'Inter cercava di spegnere gli entusiasmi con il gol preso a freddo da uno svarione di Gallo che consentiva che la palla giungesse a Lukaku il quale appoggiava indisturbato in porta.
Subito il gol il Lecce ripartiva in avanti con generosità spinto dall'indomabile Curva Nord, per nulla intimorita dal gol preso a freddo.
Dopo 20 minuti la situazione peggiorava perché Cetin non riusciva proprio a rimanere in campo. Già aveva sbagliato diversi interventi ed era apparso subito claudicante. Allora Baroni non perdeva tempo e inseriva Blin al suo posto.
Almeno però il Lecce, col passare dei minuti, era più aggressivo e conscio di poter impensierire l'Inter. Cosi Bistrovic macinava kilometri, Hjulmand recuperava palloni, andando forte sugli avversari e Ceesay lottava su ogni pallone. Anche Di Francesco era molto mobile, mentre Strefezza cercava di ispirare la manovra.
L'Inter aveva il torto di accontentarsi e, sul finire del primo tempo, appariva lenta. Sugli scudi Chalanoglu e Brozovic, mentre era più in ombra Barella.
Il Lecce però non costruiva azioni pericolose se non alla mezz'ora quando Hjulmand lanciava precisamente Di Francesco che si incuneava in area, ma non riusciva a concludere a rete.
Nel finale di tempo la partita si incattiviva un po'. I salentini cercavano di costruire qualcosa in avanti e avevano la lucidità di non esporsi eccessivamente dietro.
Gonzalez cercava di rubare qualche pallone ma non è un ragazzo di quantità, votato al pressing, a differenza dall'indomabile capitano Hjulmand, veramente feroce e aggressivo su ogni pallone.
Nella ripresa è un Lecce tonico e aggressivo e dopo 5 minuti Di Francesco innesta uno splendido contropiede concluso a meraviglia da Ceesay che con un diagonale preciso batte Handanovic. Galvanizzato dal gol il Lecce sfiorava anche il raddoppio con Strefezza. Il pubblico era in visibilio e la spinta del Via del Mare era decisiva. I ragazzi davano tutto in campo. A volte erano imprecisi, ma mai peccavano in generosità. Così Inzaghi cambiava inserendo Mikhitarian e Bastoni. Al 15' Hjulmand era stratosferico nel prendere il pallone, dribblare due avversari e ottenere la punizione dal limite che Bistrović batteva fortissimo, ma trovava pronto Handanovic.
La Nord guidava il pubblico delle grandi occasioni. Ceesay sfinito cedeva il posto al giovanissimo Colombo al 18'.
L'Inter inseriva allora anche Dzeko e giocava con le 3 punte. Il Lecce non usciva dalla metaccampo e le occasioni fioccavano per i nerazzurri.
Dopo un palo e due clamorose opportunità, Baroni decideva un triplice cambio con Banda, Listkowski e Helgason in campo.
Subito Banda suonava la carica e il Lecce rifiatava.
Tre prodezze di Falcone chiudevano poi i tiri di Lautaro e le fiammate di Dzeko.
Il Lecce soffre e cade proprio nell'ultima azione su angolo.

 

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