C'erano anche tifosi baresi all'Arechi di Salerno, giunti in Campania con il solo intento di spaventare il Lecce in un match molto importante. Ma i salentini non temono niente e nessuno e vincono con merito, portando a casa la prima vittoria, peraltro strameritata.
Lo scontro odierno vedeva due squadre desiderose di recuperare i punti persi per strada per errori arbitrali (i leccesi) e per immaturità (la Salernitana a Torino). I più aggressivi e determinati erano i salentini che approcciavano la gara nel miglior modo possibile.
Il Lecce era subito spavaldo e aggressivo, e metteva in difficoltà la squadra campana che subiva il primo tiro dopo nemmeno 20 secondi grazie all'ottimo Ceesay. Baroni, squalificato, preferiva Askildsen a Bistrovic e Gonzalez a Helgason.
In attacco, Strefezza, recuperato, si accomodava in panchina, per lasciare spazio a Di Francesco e Banda.
Al 10' la primissima grande occasione capita a Ceesay che calcia incredibilmente a lato da ottima posizione.
Il Lecce giocava uno contro uno a metà campo e una ripartenza di Banda metteva in apprensione ancora i padroni di casa.
Esemplare l'azione giallorossa sulla destra al 16' quando la triangolazione tra Gendrey, Hjulmand e Gonzalez indicava l'idea di gioco della squadra. Altra variante era costituita dal cambio di gioco verso Banda che cercava sempre il dribbling, senza i soliti esiti positivi, ma mettendo sempre apprensione agli avversari. La Salernitana non trovava le misure giuste tra i reparti ed era spesso sbilanciata. I salentini invece erano padroni del campo.
In difesa, Baschirotto e Pongracic chiudevano tutti i varchi e vincevano i contrasti con Piatek.
Il Lecce era superiore sulle fasce, sopratutto a destra. Intorno alla mezz'ora Gonzalez si spostava a sinistra e si trovava meglio con Banda, il quale provava un tiro a giro bello ma impreciso al 27'.
Il Lecce usava bene anche l'arma del fuorigioco e sapeva leggere perfettamente i momenti in cui giocare con la palla a terra e quelli in cui cercare la verticalità immediata. La pecca del Lecce, se proprio la si voleva trovare, riguardava da un lato i calci d'angolo non sfruttati a dovere e dall'altro la poca precisione in fase conclusiva. Il dominio giallorosso si concretizzava al 42' nella ripartenza sull'asse Hjulmand-Ceesay. Quest'ultimo dribblava anche il portiere prima di insaccare sotto lo spicchio dei tifosi giallorossi sempre grandiosi. In realtà poco prima era stato Mazzocchi a mangiarsi un gol fatto, perché lasciato inspiegabilmente solo da Gendrey. Ma era un fuoco di paglia, quello salernitano. Nella ripresa, la stessa Salernitana partiva forte e metteva pressione al Lecce che soffriva prima l'accelerazione di Piatek chiuso miracolosamente da Falcone e poi era sfortunato con Gonzalez autore di un clamoroso autogol. I campani fiutavano l'occasione e proseguivano nel monologo offensivo che pendeva soprattutto dalla parte destra dell'attacco campano. Piatek andava vicino al gol al 60' e Baroni correva ai ripari cambiando Gonzalez (malisssimo soprattutto nella ripresa quando, dopo l'autorete, non si è per nulla ripreso) e Askildsen con Blin e Bistrovic.
Il Lecce alzava il baricentro e costruiva qualche chance, potendo contare su un nuovo centrocampo.
A 15' dal termine, Gallo sostituiva Pezzella, mentre qualche minuto dopo si sostituivano gli esterni offensivi, con gli ingressi di Ouidin e Strefezza. Al 82' minuto, i cambi funzionavano: Ouidin serviva Gallo e il pallone era messo su Strefezza che faceva partire un destro meraviglioso che faceva impazzire di gioia i tifosi del Lecce e mandava a casa i baresi giunti a Salerno.
Era la vittoria del cuore e della determinazione, dettata dall'ingiustizia di un autogol maledetto che stava impedendo la prima vittoria in A dei salentini.
Al minuto 86' anche Ceesay andava vicino al terzo gol.
Alla fine, il Lecce soffriva ma dimostrava di saper reagire. Ceesay era ancora utile nel far salire la squadra.
Il Lecce vinceva con merito e metteva un gran tassello per la permanenza in A facendo vivere la sosta con tranquillità ai supporters salentini.