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Non si può giocare in 16 contro 10. Questo è accaduto all'Olimpico oggi dove i protagonisti sono state le giacchette nere.

 

 

Nella capitale si è compiuto un furto continuato. Non si chiede agli arbitri di avere favori e nemmeno si pretende che siano infallibili, ma che un arbitro nato nel Salento, richiamato dal Var, decida un espulsione come quella avvenuta al 21' del primo tempo non ha altri aggettivi che scandaloso. Forse Prontera ha avuto timore delle sue origini e, avvisato dal Var, ha espulso il capitano giallorosso, pur non meritandolo? Non lo sapremo mai, ma l'improba gara è stata falsata da un arbitraggio vergognoso e scientificamente avverso al Lecce.
Detto questo, è giusto rilevare la prova opaca di Gendrey, le difficoltà di Pezzella e la poca aggressività del centrocampo, privato del suo leader per 70 minuti. Allo stesso tempo, però, bisogna rilevare uno Strefezza in stato di grazia, così come la bella prestazione di Banda partito maluccio, ma poi imprendibile, così come la gara incisiva, aggressiva e tatticamente perfetta di Askildsen. Sotto tono invece Gonzalez. Ma veniamo alla partita. La Roma, nonostante la sconfitta infrasettimanale, ha subito dimostrato di voler la rivincita. Mister Baroni allora sceglie una formazione guardinga e forte fisicamente.

Il collaudato 4-3-3 presenta la grande novità dell'esordio assoluto di Umtiti, al cui fianco viene schierato Baschirotto, mentre a sinistra Pezzella viene preferito a Gallo.
A centrocampo, Hjulmand è affiancato da Gonzalez e Askildsen. In avanti Ceesay ha l'arduo compito di finalizzare le azioni offensive e di interscambiarsi con Banda e Strefezza. L'ambiente iniziale è da brividi e fa tremare le gambe dei salentini, i quali sembrano soffrire l'emozione e dopo nemmeno 5 minuti subiscono il gol di testa di Smalling su cross di Pellegrini. Nella circostanza, però, è grave l'errore di Gendrey che viene sovrastato dal difensore romanista in versione attaccante. In realtà già in precedenza la Roma aveva costruito qualche pericolo.
I primi 15 minuti sono un tiro al bersaglio e il Lecce appare frastornato. Gioca troppo accorto e non riesce quasi mai a superare la propria metà campo. Ceesay per ben due volte deve fare il difensore aggiunto e svettare di testa nella propria area. La Roma è dominante sulle fasce, perché se Dybala è ben schermato, Pellegrini e Zalenski imperversano e anche Zaniolo dà parecchi grattacapi.
Al 21' l'episodio chiave: piove infatti sul bagnato per il Lecce e un intervento inutile del Var costringe Hjulmand a uscire fuori anzitempo per uno scontro con Belotti che definire da rosso è uno scandalo. Infatti, all'inizio non era stata concessa nemmeno la punizione. Il Var non doveva intervenire solo per errori chiari e evidenti? Qui di chiaro ed evidente c'è solo l'errore del Var.
Il Lecce non demorde e al 38', dopo diverse incursioni di Banda, pareggia con Strefezza su calcio d'angolo per l'esplosione di gioia dei 4mila salentini.
Nella ripresa, il Lecce inserisce subito Blin al posto di Gonzalez per dare più sostanza al centrocampo. Prontera però viene nuovamente ingannato dalla dinamica dell'azione nell'area salentina dove Askildsen viene anticipato da Abraham, ma si ferma appena in tempo e al massimo sfiora l'attaccante romano. Abraham però si tuffa platealmente e l'arbitro ci casca incredibilmente. Il rigore è dubbio, Dybala lo realizza, facendosi però male.

Ancora una volta il Lecce incassa il duro colpo ma non crolla. Al 75' inizia anche a macinare gioco in attacco, sebbene prima sia stato Falcone a ergersi a protagonista.

Purtroppo i salentini non riescono a concludere in porta e sono visibilmente stanchi. L'infortunio di Askildsen complica ulteriormente i piani di Baroni, costretto a mettere dentro Helgason il quale si destreggia discretamente. A 10 minuti dalla fine, entra anche Colombo al posto dell'ottimo Banda.
Al 84' su calcio d'angolo Di Francesco colpisce di testa ma non riesce a mirare bene. Il Lecce è però generoso fino all'ultimo, è sfiancato ma mai arrendevole.
La partita sfila via senza sussulti. Ora tocca pensare alla Fiorentina ma questa squadra, se non sarà falcidiata dagli errori degli arbitri, potrà dire la sua fino alla fine.

 

 

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