La nazionale del Marocco vince con la tattica degli europei e il cuore dell’Africa. Ha vinto il girone 'F' del mondiale in Qatar davanti alla Croazia, eliminando Belgio e Canada. Poi la Spagna negli ottavi di finale e il Portogallo nei quarti, con una sola rete subita, un autogol con il Canada. Stasera, la semifinale contro la Francia dei campioni.
Dopo il Camerun, la Nigeria, il Senegal e il Ghana, nel Mondiale del Qatar arriva al successo una squadra magrebina, ricca di calciatori nati calcisticamente in Europa. "Il traguardo raggiunto dal Marocco - afferma Padre Francesco Giuliani, missionario della Consolata - è una gioia grandissima perché rappresenta per il Paese un mettersi in gioco e vincere. Diciamo che rappresenta l'occasione di presentarsi con tutte le proprie realtà alle altre nazioni del Mondiale. Ma non solo, questa vittoria è anche un orgoglio per tutta l'Africa".
I successi del Marocco rappresentano un aspetto identitario ma sicuramente anche sportivo, osserva il religioso. "Nella festa per la vittoria contro il Portogallo ho notato - rileva - un aspetto particolare e devo dire bello. La moschea, che è qui accanto alla nostra chiesa, ha aperto le porte. Moltissime persone prima di andare a sfilare e danzare in strada, passavano in moschea per ringraziare Dio per avere davvero ricevuto, per loro, questa grazia".
Il missionario dice di aver notato "una seconda realtà", quella di festeggiamenti come "una festa di famiglia con bambini, mamme e intere famiglie con le carrozzelle che passeggiavano per poi inserirsi nella folla e inneggiare con grande gioia alla propria nazionale. Diciamo che questo fatto ha riunito le famiglie ed è stato vissuto come da noi si potrebbe vivere un matrimonio o un battesimo".
L'augurio sportivo è che la compagine del Marocco riesca a raggiungere la finale. "Qui - continua padre Giuliani - non siamo in un piccolo villaggio, Oujda è infatti una grande città al confine con l'Algeria, e ci salutiamo con dei sorrisi, come a dire 'dobbiamo farcela ad arrivare in finale'. Penso che questo Mondiale possa sicuramente creare legami molto significativi e belli con i Paesi con i quali il Marocco è già in dialogo e in rapporto culturale, sociale, economico e finanziario".
Per il religioso è "un po' tutta l'Africa" in questo momento a fare il tifo per il Marocco perché i successi sportivi del Paese costituiscono "un passo in avanti nel processo di crescita, di sviluppo, di tutto il continente". In Africa sicuramente il football, il calcio, non è solo un gioco, conclude, "ma è una realtà che unisce le nazioni, i popoli e rafforza i rapporti sociali".