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Sono passati ormai cinquant’anni da quando Gianluca Vialli calcava il campetto della parrocchia di Cristo Re, a Cremona. Tesserato nei Pulcini del Corona Calcio prima del grande salto nel “calcio dei grandi”, quel calcio che lo ha reso uno degli attaccanti italiani più importanti di sempre.

 

 

A ricordare Gianluca Vialli, deceduto a Londra, ieri mattina, per un tumore al pancreas, è un ritratto ripreso dal sito della diocesi di Cremona, che riprende il ritratto fatto da TeleRadio Cremona Cittanova, società cooperativa multimediale della stessa diocesi.

“Ricordo che ha cominciato a tirare i primi calci qui da noi, nel nostro campetto di fianco alla chiesa - spiega Giordano Nobile, presidente del Corona Calcio -. C’è grande dolore per un ragazzo di Cristo Re che se ne va, per un grande uomo, sempre disponibile per la città di Cremona e che non ha mai dimenticato da dove è partito”.

Un ricordo colmo di emozione, legato a una fotografia che lo stesso Vialli aveva lasciato con dedica agli amici di Cristo Re prima del trasferimento a Londra. “Resteranno sempre nel mio cuore, diceva la dedica. Ecco, Gianluca - conclude Nobile - questo vale altrettanto per noi: resterai per sempre nei nostri cuori”.

Un lato poco conosciuto di Gianluca Vialli, rispetto al suo rapporto con la fede, emerge dal libro “Grazie A Dio - Giampaolo Mattei e i campioni del calcio” (edizioni Piemme 1999). Dicendosi cattolico, Vialli riconosce “di non essere così praticante come dovrei e vorrei”. E prosegue: “Ma se anche non sono un praticante modello ritengo di essere credente vero”. Particolarmente intenso il suo rapporto con la preghiera: “Prego ogni giorno. Non potrei avere fede senza la preghiera”, raccontava il calciatore cremonese, convinto che “è importante affrontare i problemi di oggi alla luce del Vangelo, dell’insegnamento di Cristo”.

Nell’intervista non mancava neppure una domanda sulla testimonianza che può dare un calciatore cristiano. La risposta terminava così: “Non ho la presunzione di insegnare qualcosa in materia di fede. Spero di essere sempre ricordato come un giocatore serio, corretto e onesto”.

 

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