Nel segno della continuità. Oggi ci sentiamo di voler dare la palma del migliore in campo al duo Umtiti-Baschirotto, così da premiare la fase difensiva giallorossa. Quei due sono stati sempre attenti lasciando solo le briciole agli avversari e permettendo di mantenere inviolata la porta di Falcone. La solidità difensiva è una delle chiavi dello straordinario momento salentino. A questo, aggiungiamo la prova maiuscola di Blin e lo spirito di sacrificio dell'intero gruppo. Alla fine il pari è giusto, anche se a recriminare sono di più i salentini.
Dopo la splendida vittoria del Via del Mare contro la Lazio, a pochi giorni di distanza, la gara odierna contro lo Spezia costringeva Baroni a cambiare il meno possibile, pur tenendo conto del dispendio fisico e mentale causato dal match contro i capitolini. Così il tecnico toscano, il quale doveva rinunciare allo squalificato Hjulmand, schierava a centrocampo Blin, come schermo davanti alla difesa (quanti palloni recuperati), Gonzalez (confermatissimo anche a destra, dopo la splendida gara del Via del Mare) e Maleh, proposto fin dal primo minuto a sinistra. In avanti, spazio fin da subito a Di Francesco, autore della svolta giallorossa nell'ultima vittoria casalinga.
La gara odierna presentava importanti differenze tattiche rispetto alla partita contro la Lazio. Infatti, i liguri, squadra aggressiva e grintosa, erano molto veloci nelle verticalizzazioni per la punta di diamante Nzola, scoperto, nel calcio italiano, proprio da Stefano Trinchera e portato alla Virtus Francavilla a 20 anni in serie C.
Fisicità dalla cintola in giù, imprevedibilità e rapidità dalla cintola in su: erano queste le peculiarità mostrate nel corso della gara dallo Spezia di Gotti, che ha lavorato molto sugli esterni e sulla profondità dei suoi attaccanti.
Lo Spezia infatti amava cercare subito il lancio diretto verso gli attaccanti, sia coi centrocampisti, sia con i difensori stessi, i quali salivano rapidamente per alzare la squadra. Importante il movimento dei quinti di centrocampo dello Spezia, che spesso tagliavano dentro al campo per aprire le maglie avversarie.
In fase di non possesso, invece, lo Spezia si schierava con tutti i giocatori all’interno della propria metà campo, abbassando di parecchio il baricentro. Anche gli attaccanti ripiegavano, cercando l'intercetto delle linee di passaggio avversarie o comunque disturbando la manovra salentina. I quinti di centrocampo diventavano quinti di difesa, mentre i tre centrocampisti si aprivano per coprire più campo possibile, esponendosi al fraseggio del Lecce. Il pressing spezzino non era certo asfissiante, ma comunque intenso.
Dinanzi a questa impostazione tattica, il Lecce non perdeva la sua identità, anche se il solito pressing sugli avversari era meno incisivo, perché gli spezzini rilanciavano immediatamente. I giallorossi potevano sfruttare maggiormente la velocità di Di Francesco (oggi meno brillante) e di Strefezza (capitano cresciuto tanto nella ripresa, fatta da leader), così come l'indole di lottatore di Colombo. Purtroppo, però, dopo il forcing iniziale, gli esterni leccesi non riuscivano a mettersi in mostra, ben bloccati dagli avversari. Allora salivano in cattedra Blin e Gonzalez che facevano valere la loro fisicità e la loro corsa. La pioggia rendeva molto fisica la gara.
Il Lecce partiva con l'acceleratore e subito andava vicino al vantaggio con Strefezza al 3' minuto, su un inserimento a sinistra di Maleh, che ha giocato a fasi alterne, ma che ha mostrato importanti potenzialità.
Sempre a sinistra, si faceva vedere Gallo che metteva subito molti cross, ma che pian piano arretrava il proprio raggio di azione, per dare maggior copertura, soprattutto dopo alcune sbavature iniziali.
In difesa, Baschirotto e Umtiti tenevano bene a bada Gyasi e Nzola, mentre a sinistra Gallo soffriva Holm, come Gendrey il suo diretto avversario. Dalle fasce, arrivavano dunque i maggiori pericoli spezzini.
Il Lecce, comunque, manovrava e andava spesso sul fondo, come testimoniato dai tanti corners iniziali. Al 12', sul calcio d'angolo, prima Blin e poi Gonzalez colpivano due legni clamorosi, facendo tremare i liguri. Solo la sfortuna impediva l'immediato vantaggio. I liguri comunque reagivano buttando vari cross in area, sperando nelle deviazioni di testa di Gyasi e Nzola. Al 23' Gendrey si faceva saltare troppo facilmente e, sul cross immediato, era Nzola a sfiorare il vantaggio per i padroni di casa.
La seconda parte del primo tempo scorreva senza troppi grattacapi per i salentini che spingevano con meno intensità, arretravano il baricentro, ma non lasciavano spazi.
Al 34', sempre su corner, Gonzalez sfiorava nuovamente il vantaggio, ma era reattivo il numero 1 spezzino. Sul finire del primo tempo, usciva nuovamente il Lecce che avrebbe meritato il vantaggio nei primi 45 minuti, ma è stato fermato da imprecisione e sfortuna, nonostante la gara fosse stata abbastanza equilibrata, anche se con maggiori occasioni per i giallorossi.
Nel secondo tempo, sotto una pioggia battente, il Lecce approcciava bene la ripresa del gioco, cercando di impostare il gioco. In contropiede, però, Nzola al 48' impensieriva Falcone, dopo che Baschirotto lo avevo comunque contenuto nel pericolosissimo uno contro uno. Al 52' ci provava da fuori Strefezza, ma il suo tiro veniva respinto in corner.
La partita era veloce con tanti cambiamenti di fronte e le squadre si allungavano. In porta però tirava di più il Lecce. I liguri inserivano allora Agudelo, attaccante rapido e insidioso. Verso il 55', lo Spezia iniziava a spingere, mettendo molti palloni in area, sopratutto da calcio da fermo.
Al 65' Gotti metteva forze fresche come Ekdal e Caldara, e Baroni rispondeva con Bistrovic (per Maleh) e Banda (per Di Francesco). Soprattutto Banda creava problemi con le sue accelerazioni, ma purtroppo sbagliava la scelta del passaggio. Nel finale, spazio anche per Ceesay e Oudin al posto di Colombo e Strefezza.
Il Lecce non soffriva più di tanto e portava a casa un altro risultato utile consecutivo. Il Lecce ora dovrà prepararsi ad affrontare la corazzata Milan al Via del Mare, nella consapevolezza dei propri mezzi e nel tentativo di dare altre soddisfazioni al pubblico salentino, anche oggi numeroso e caloroso.