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Inizio da incubo e finale scialbo. Oggi, il tutto è iniziato all'insegna dell'impostazione tattica di Baroni, e si è consumato con le confusione e la mancanza della prestazione.

 


Le scelte iniziali del mister toscano, pur dettate dalla voglia di sorprendere e far sentire tutti protagonisti risultavano improvvide e snaturanvano la squadra. Le opportunità date dal primo minuto a Maleh e a Oudin erano sbagliate e le modifiche di alcune posizioni in campo (vedasi Strefezza) snaturanvano la squadra. La formazione giallorossa era chiamata a riscattarsi, dopo la sconfitta di Verona, ma il bagno di umiltà non è stato appreso dalla squadra. Senza dare tutto infatti non si va da nessuna parte. Meravigliava poi lo spostamento di Strefezza a sinistra e il posizionamento di Oudin a destra.
Gli avversari campani anche venivano dalla sconfitta per 2-0 contro il Napoli e, data la deficitaria situazione di classifica, promettevano battaglia. In effetti, la gara si presentava subito di difficile interpretazione per i salentini, vista la pericolosità offensiva di Piatek, Dia e Candreva e il vantaggio ospite iniziale. La Salernitana palesava difficoltà in fase difensiva, soprattutto quando veniva aggredita con intensità. Una volta, però, superato il primo pressing, i campani si insinuavano nel centrocampo leccese, anche perché Oudin e Maleh soffrivano la velocità avversaria e la copertura sulle fasce era deficitaria. Il Lecce era schermato da Hjulmand e Blin (oggi sotto tono), ma i meccanismi non funzionavano a dovere perché i due erano in inferiorità numerica a metà campo e, soprattutto il francese giocava spesso troppo a destra. Le inversioni degli esterni Strefezza e Oudin rendevano sterile il gioco sulle fasce e i leccesi erano spaesati. Pezzella a sinistra sbagliava l'approccio al match.
A destra, non funzionavano i simcronismi, che vedevano protagonisti iniziali Gendrey e Oudin. Il match si metteva subito in salita al 4', quando su una respinta corta di Pezzella, era Dia a battere Falcone. Il colpo preso a freddo rendeva complicata la gara.
Il Lecce cercava il palleggio e il fraseggio con un gioco a due tocchi, ma alcune imprecisioni impedivano di arrivare con incisività alla conclusione. I lanci di Baschirotto dalle retrovie non erano sempre precisi e anche Falcone sbagliava tanto con i piedi.
I ragazzi di Baroni sentivano anche la pressione della gara, ma ci pensava il pubblico delle grandi occasioni a incoraggiare i giallorossi, in evidente affanno. I campani agivano di ripartenza e ripiegavano con un 5-4-1 dal baricentro basso. Il Lecce aggiungeva anche la frenesia nel tentativo di recuperare subito il risultato. I salentini ci provavano da calcio d'angolo ma al 15' Umtiti sbagliava l'impatto col pallone a due metri dalla porta. La nottata diveniva persino più buia quando al 19' Vlhena raddoppiava su una dormita generale della retroguardia salentina che oggi era insufficiente anche nei suoi centrali. Solo Gendrey era veramente in forma.
Baroni finalmente correva ai ripari spostando Strefezza a destra, nella solita posizione. La mossa sortiva subito effetto e proprio il brasiliano dimezzava lo svantaggio al 23'.
Il Lecce si vedeva trasformato e al 32' andava vicinissimo al pari con Colombo. Lo stesso attaccante mancava il gol al 37' su respinta corta di Ochoa. La giovane punta lottava ma non sembrava in serata. Il primo tempo si chiudeva con l'ennesima perdita di tempo degli ospiti e i 4 minuti di recupero non sortivano azioni da gol.
Nella ripresa, Di Francesco subentrava a Oudin e, dopo 10 minuti, Maleh lasciava il posto a Gonzalez. Così gli esperimenti finivano e il Lecce ritornava a macinare gioco. La Salernitana reggeva l'urto e si proponeva in avanti sfruttando la difesa ballerina dei giallorossi. I campani controllavano con troppa facilità perché il palleggio del Lecce era lento e prevedibile. Baroni si giocava le carte Askildsen e Banda. Serviva un episodio favorevole. Al 36' anche il tiro di Di Francesco si spegneva a lato. Il Lecce era confusionario e fisicamente stanco. La sconfitta è purtroppo meritata e la strada si fa in salita perché la doppia sconfitta rimette il Lecce in piena zona retrocessione e ora a Cremona non si può più sbagliare.

 

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