Volge al termine “Obiettivo tricolore”, la grande staffetta degli atleti di Alex Zanardi, che rientra nel progetto da lui stesso ideato per reclutare, avviare e sostenere persone disabili all’attività sportiva.
La staffetta coinvolge 50 atleti paralimpici, dal 12 giugno a domani 28 giugno, protagonisti di un viaggio a tappe lungo l’Italia, da Nord a Sud, allo scopo di diffondere un messaggio di rinascita e speranza. Domattina alle 9, partenza da Piazza Nazario Sauro a Porto Cesareo e tappa intorno alle 13 a piazza delle Terme a Santa Cesarea con arrivo intorno alle 16 in piazza Giovanni XXIII a Santa Maria di Leuca.
Stefano Petranca è un giovane atleta salentino di Corigliano d’Otranto, non vedente, socio del Lions Club Copertino Salento, che vi parteciperà con l’associazione ADS Mollare mai. La sua specialità è la corsa, ma sta dedicandosi anche alla bici in tandem. Generosamente ha risposto alle nostre domande.
Come ti alleni, Stefano?
Quando posso, all’aperto con atleta guida con un cordino di 20-30 cm: dipende dagli allenamenti. L’ atleta guida è fondamentale: noi doniamo il cuore, lui da gli occhi. Solo grazie a queste persone possiamo praticare sport. In alternativa, mi alleno da solo con una palestra allestita nella mia tavernetta con tapis roulant e molti strumenti di training, per circa due ore al giorno, e, secondo la difficoltà delle gare per cui mi preparo, ci sono periodi in cui percorro 50-60 km a settimana, ma in quelli più impegnativi fino a 100 km.
Chi è per te Alex Zanardi?
Per me è un atleta, non è un mito, perché tutti cercano di eroicizzarlo. Ha certamente reagito bene ai duri colpi della sua vita al contrario di tanti che non ci sono riusciti.
Come si chiamano gli altri tuoi compagni dell’associazione con cui farai la staffetta?
Ci sarà Adriano Bolognese, il presidente, che andrà in handbike, io guidato da Fernando Rollo, atleta, Pierluigi Maggio, ragazzo amputato e Vincenzo Pascali, tetraplegico, in handbike, che coprirà l’ultimo tratto.
Perché ti sei cimentato in questa “Grande staffetta”?
Anche per smuovere il mondo e far capire che pure chi ha un problema riesce a conseguire i risultati come i normodotati. Partecipo a gare con atleti vedenti, ma non mi sento diverso da nessuno. Molta gente che vede, arriva dietro di me. Non percepisco la disabilità, che è negli occhi invece di chi vede la diversità. Per questo cerchiamo di far intraprendere ad altri ragazzi, che sono chiusi in casa, l’attività sportiva. Zanardi dice: “E’ importante lavorare assaporando il gusto di ciò che fai. Il sacrificio passa inosservato se fai le cose con slancio ed entusiasmo”.