Al termine della celebrazione eucaristica esequiale per Stefania Caione, tenutasi ieri nella chiesa madre di Arnesano, dopo l’intervento del sacerdote idruntino, don Totò Mileti, che ha voluto salutarla a nome del Cif, ha preso la parola Antonio De Nanni.
Antonio è un seminarista della parrocchia prossimo al diaconato, molto legato alla famiglia Caione, per via anche del legame storico tra il sindaco Giuseppe Caione e il ragioniere della manifattura dei tabacchi Antonio De Nanni, nonno paterno di Antonio, le cui famiglie sono da sempre state molto unite.
Ha voluto salutare Stefania, con una lettera, nella quale ha mostrato innanzitutto il colpo forte che la sua morte ha procurato nella comunità arnesanese, rimasta ferita dalla prematura scomparsa di Stefania, a causa di un tumore che, portandosela via in fretta, ha sconvolto gli schemi umani, ma non i piani di Dio, i cui tempi sono diversi, come ricorda la Sapienza.
Dopo aver espresso un pensiero per mamma Rosetta, che è in cammino verso i 100 anni, ha invitato a prendere esempio dalla sua fede nel Signore Crocifisso Risorto, unica fede che può aiutare a vivere bene questa dipartita.
Ha proseguito poi, con i ringraziamenti per Stefania: “Se siamo qui oggi - ha detto - ai piedi dell’altare, in questa chiesa che è grembo e cuore della tua e nostra amata Arnesano, è per dire il nostro grazie al Signore per il dono di te”.
Il primo grazie è stato per aver traghettato da sindaco, con amor di patria e di popolo, la comunità arnesanese, alle soglie del nuovo millennio, portando avanti i valori civili e religiosi trasmessi dal suo papà all’intera comunità cittadina e diocesana.
Ha proseguito poi, con dei ringraziamenti più personali. “Ti ringrazio - ha continuato - perché sono figlio di un matrimonio che porta la tua firma da sindaco, al quale ho partecipato anch’io stando nel pancione della mamma”. Un accenno al cammino vocazionale poi, riportando le parole di Stefania pronunciate il giorno della sua Ammissione agli Ordini: “vai avanti Antonio - gli disse - perché questa è la strada giusta per te” e nel mese di febbraio ha voluto fargli dono dell’ultimo libro sulle omelie inedite di don Tonino Bello.
Antonio, ha raccontato poi, che ogni volta che portava la comunione a mamma Rosetta, cummare Rosetta, come l’ha chiamata lui, bisognava chiamare Stefania perché la rendeva felice sentirli insieme. A proposito di Eucarestia, ha voluto evidenziare quella che lui ha definito Dio-incidenza…ecco le sue parole: “51 anni fa, nel febbraio ’69, il vescovo di Lecce, mons. Francesco Minerva, dovette interrompere le solenni Quarantore Eucaristiche, per poter celebrare i funerali di Giuseppe Caione, papà di Stefania. Oggi - ha proseguito - ultimo giovedì eucaristico di quest’anno pastorale, l’adorazione eucaristica che si protrae per tutta la giornata, è stata interrotta per le esequie di Stefania”. Ha voluto leggere ciò, in un’ottica provvidenziale, da cui poter trarre un invito a farci un tutt’uno col Corpo di Cristo nella vita di ogni giorno e nel servizio ai fratelli, proprio come Giuseppe e Stefania.
Infine, rivolgendosi ai fratelli, alla figlia e al marito, li ha invitati a scendere dal Calvario e a sostare dinanzi al cero pasquale acceso, festeggiando con consapevolezza, la Pasqua di Cristo e quindi di Stefania, la quale è stata accompagnata in cielo da san Filippo Smaldone, essendone la memoria liturgica e dal venerabile Raffaele Manca d’Arnesano, il cui culto e la cui figura è stata riportata alla luce proprio dalla famiglia Caione.
“Insegnaci dal cielo, ad amare, custodire e servire la comunità e la patria - ha concluso - riscoprendoci non padroni, ma servi della Creazione e del Creatore”.