Ci sono voluti nove lunghi mesi di certosino lavoro di restauro per rivedere lo splendore dell'antico altare maggiore seicentesco, opera di Giuseppe Zimbalo, che custodisce l'icona di Maria SS. Immacolata, patrona di Carmiano.
Oggi, 2 aprile, sarà un giorno storico, perché viene riconsegnato al popolo di Carmiano un pezzo della sua memoria storica e religiosa. La chiesa dell'Immacolata, cuore della religiosità carmianese, fu costruita per volontà del popolo a partire dell'ottobre del 1654 con la posa della prima pietra, in seguito al ritrovamento della pila con l’affresco della Vergine Immacolata. Nella visita pastorale del 1667 venne descritto l'altare maggiore, quello della scuola dello Zimbalo, che fu posto a copertura della pila. altare che nei vari secoli ha avuto diversi rimaneggiamenti e che nel secondo dopo guerra venne ricoperto di calce probabilmente per uniformare i vari colori che si stavano perdendo.
Da almeno quindici anni la confraternita aveva in progetto di riportarlo all’antico splendore e finalmente oggi alle 18 Carmiano potrà rivedere come era in origine l’altare che per secoli ha accolto le preghiere di uomini e donne del paese e del circondario.
I lavori di restauro hanno riportato alla luce le policromie originali e le foglie oro del Seicento, i rifacimenti successivi dell’Ottocento e le due epigrafi descritte da mons. Paladini negli anni Trenta. Inoltre, sono stati riportati alla luce anche le parti restanti dell’affresco nascoste sotto gli stucchi da diversi secoli, svelando nella parte superiore il volto di Dio Padre e altri simboli litanici riferiti a Maria Santissima.
I restauri sono stati eseguiti da Giovanni Liaci, Romina Trinchera e Margherita Russo. I lavori sono stati finanziati grazie alle offerte dei fedeli e ai fondi della confraternita dell'Immacolata, guidata dal padre spirituale, Padre Pompilio Damiano e dal priore Giuseppe Manca che con grande zelo e abnegazione hanno portato avanti l'obiettivo di ridare al paese un pezzo di memoria storica e religiosa offuscata da tempo.