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Portalecce volentieri ripropone l’articolo apparso sull’ultimo numero di “Missioni Omi”, il mensile degli Oblati di Maria Immacolata, a firma di Padre Saverio Zampa, vicario episcopale per i religiosi della diocesi di Lecce e cappellano presso l’Università del Salento.

 

 

 

“Qui, in diocesi, cerco una comunità religiosa per la pastorale universitaria. Venite entro settembre perché vorrei accogliervi io prima che termini il mio mandato episcopale”. Sono le parole di mons. D’Ambrosio, oggi vescovo emerito di Lecce, parole rivolte a me e a Padre Pasquale Castrilli, incaricati dal provinciale, Padre Alberto Gnemmi, di perlustrare nelle diocesi in Puglia la possibilità di una nuova apertura.

Già un anno prima, nel 2016, era iniziato un discernimento con i giovani padri, la Commissione di pastorale giovanile e vocazionale, il provinciale e il padre generale, per valutare l’apertura di una comunità dedita particolarmente alla pastorale giovanile e vocazionale.

La risposta alla richiesta del vescovo è affermativa. E così il 17 settembre 2017, ho lasciato la nostra parrocchia di Taranto, alla volta di Lecce, iniziando questa nuova avventura un po' da solo, un po' accompagnato da Padre Danilo Fiori e altri oblati che per un certo periodo sono venuti a Lecce a condividere questa nuova fondazione.

Subito dopo il mio trasferimento, sono iniziati i lavori di ripristino di un antico palazzo, in pieno centro storico di Lecce, dove, da lì a pochi mesi saremmo andati a vivere.

Aiutati dai nostri laici della parrocchia di Taranto, dalla Casa provincializia e da amici di buona volontà, abbiamo completato il trasloco e arredato la casa, rendendola funzionante. È il 17 dicembre 2017 il primo giorno in cui ci installiamo definitivamente. Con me c’è in quel momento Padre Enzo Macchia.

Nel frattempo si è insediato in diocesi il nuovo arcivescovo metropolita, mons. Michele Seccia, che ci conosce molto bene e ci incoraggia nella missione delicata e difficile nell’università.

A settembre 2018, con l’arrivo di Padre Francesco Lugarà e, successivamente, di Padre Luca Mancini, la comunità oblata si costituisce. Ci diamo un ritmo di vita con incontri settimanali per affinare il nostro progetto missionario e ritiri mensili che, un po' per volta, diventano pilastri del nostro percorso. Dopo due anni Padre Luca parte per la comunità di Firenze e accogliamo lo scolastico Giovanni Giordano che resterà a Lecce per qualche mese.

Oggi con l’arrivo di Padre Antonio D’Amore c’è un nuovo assetto che ci permette una vita di comunità e una vita apostolica un po' più solida, in mezzo alle mille incertezze della pandemia.

PASTORALE UNIVERSITARIA

Quando un amico sacerdote mi accompagnò a visitare per la prima volta il polo extraurbano dell’Unisalento, all’Ecotekne, rimasi impressionato dalla vastità del Campus e dalla presenza di numerosi studenti. Mi tornarono in mente le parole di Sant’Eugenio all’indomani della rivoluzione francese: “Che vasto campo da percorrere, che nobile impresa!”. Ma da dove cominciare? E con chi?

Nel dipartimento di economia troviamo una piccola cappella, confusa tra le aule. Da otto anni era rimasta “chiusa”, non a chiave, semplicemente perché non utilizzata. Accanto alla cappella, un piccolo ufficio tutto per noi.  Don Damiano Madaro e don Simone Renna (cappellani che ci hanno preceduto) ci sostengono nella ripartenza.

Cominciamo dai contatti che riusciamo ad avere giorno dopo giorno. Contatti con i docenti, col personale amministrativo ma anche con gli studenti.

Alcuni giorni alla settimana siamo presenti sia all’Ecotekne che al polo umanistico, che è situato in pieno centro città.  Nel dipartimento di lingue troviamo una seconda cappella, Buon Pastore, con un ufficio adiacente per incontrare chi desidera un colloquio o una confessione. Anche questa cappella è collocata in mezzo alle aule.

Esserci per noi vuol dire un semplice saluto a chi sta studiano nei corridoi dell’università. Lo chiamiamo l’apostolato del “Ciao”: un saluto, poi una domanda, e poi arriva una richiesta di preghiera per gli esami.

Due quadernoni apposti nelle cappelle ci testimoniano che i giovani passano, lasciano una preghiera scritta…c’è qualcuno che si affaccia nelle cappelle.

ADULTI

L’Università del Salento dà lavoro a circa 1200 persone, tra docenti e personale tecnico-amministrativo.

Iniziamo a prendere i primi contatti. Enzo Nassisi, docente di fisica della materia, è tra i primi a farci conoscere altri docenti e personale del suo dipartimento. E poi Alessandra Genga, docente di chimica. Non pochi scoprono che in università esiste una cappella e ci sono dei cappellani. Pian piano prendere forma un appuntamento settimanale.

Dal Mercoledì delle ceneri del 2018 in poi, ogni giovedì alle 13, l’appuntamento è la messa nella cappella all’Ecotekne. Vi prendono parte alcuni giovani, docenti, ricercatori e personale tecnico-amministrativo.

In prossimità del Natale dello scorso anno abbiamo lanciato una iniziativa: la benedizione dei presepi. Partita una email rivolta a tutti, con nostra meraviglia, abbiamo ricevuto diverse richieste. E così per alcune mattinate abbiamo incontrato docenti e personale amministrativo sul posto di lavoro. Davanti al presepe abbiamo fatto una breve preghiera, poi gli auguri di Natale e, dove era possibile, abbiamo gustato una fetta di panettone! È stato un momento di famiglia speciale.

 

GIOVANI

Tra noi Oblati, Padre Francesco da sempre ha un’attenzione particolare per giovani. Ecco direttamente dalla sua voce il percorso di pastorale giovanile di questi anni.

“Ho sperimentato in questo questi anni che nella pastorale giovanile non puoi dare nulla per scontato. Ci siamo dovuti rimboccare le maniche, cominciare da zero, perché tutto quello che ci si presentava era nuovo.

In questi ultimi due anni abbiamo dovuto fare i conti anche con il covid che, comunque, ha bloccato le iniziative; ma non ci siamo arresi, cercando di vedere quali le strade percorribili, e non è stato facile.

Lo scorso anno, ad esempio, nonostante la pandemia, abbiamo avuto la possibilità di andare in una Casa dello Studente (il Pastor Bonus) che accoglie una ottantina di studenti universitari di vari dipartimenti. In questa residenza ho avuto la possibilità di incontrare alcuni di loro, sia in momenti strutturati (il mercoledì sera) che la domenica mattina per la celebrazione della messa.  Non erano ragazzi preparati a livello di fede, tutt’altro, ma avevano sete e fame di verità, ognuno con un percorso diverso. Durante questi incontri si sono aperti, è nato un rapporto di fiducia e alcuni, che non si confessavano da anni, hanno chiesto di ricevere il sacramento della riconciliazione e hanno cominciato a fare direzione spirituale.  Poi, causa Covid, ci siamo dovuti fermare diverse volte”.

“Così ho iniziato a seguire altri “fiumi” aprendomi alle novità che si sono presentante, senza dare mai nulla per scontato. Dio ci sorprende sempre e così, in questi ultimi tempi, sta nascendo un gruppo di universitari con cui stiamo cercando di costruire un percorso, grazie anche all'interessamento di un giovane della FUCI (Federazione Universitaria Cattolica Italiana) che è venuto da Milano a parlare della realtà di cui fa parte. L’incontro si è tenuto nella nostra casa e si è deciso di mettere su un gruppo che non ha etichetta, per ora, ma che ha come obiettivo quello di far crescere la relazione tra di loro.  Fabiana, presente alla fine dell’incontro diceva: “Nonostante io faccia parte di gruppi in parrocchia, un gruppo così mi mancava, un gruppo dove quello che importa sono le relazioni e mettere la Parola al centro”. Non so come andrà, ma ci affidiamo a Dio.

Un altro fiume da navigare: in occasione del Mercoledì delle ceneri sono stato contattato da un docente di giurisprudenza che mi ha invitato ad una sua lezione per farmi conoscere gli studenti che gremivano l’aula magna. Ho preso contatto con loro. È nata un’amicizia con il docente ed ho chiesto di partecipare, come uditore, a una lezione che terrà sulla figura di Giorgio La Pira. Chissà, può essere anche una scusa per metterci dentro, un po' di più, nel mondo universitario.

Da questi contatti ho invitato alcuni giovani a venire a trovarci in comunità. Per loro sta diventando un luogo non solo per studiare ma anche per stare con noi: si prega insieme, qualche volta si pranza o si cena insieme, si lavano i piatti … un po' secondo lo stile delle nostre comunità Mgc.  Così le occasioni per ritrovarci diventano anche occasioni di evangelizzazione. Loro stessi testimoniano che con noi si sentono a casa, piace il nostro modo di essere.  Al di là delle etichette ciò che conta è che passi il messaggio che c’è uno stile di vita che è il nostro essere oblati.

E non è finita. Da quest’anno ho la possibilità di seguire un gruppo di giovanissimi della parrocchia Santa Rosa in Lecce. Vado settimanalmente (abbiamo ripreso dopo le pause Covid) per preparare i ragazzi alla cresima, anche se al parroco, agli animatori e a noi interessa più formare un gruppo di giovani in parrocchia.

Ecco dove siamo in questo momento.  Si tratta di non lasciare nulla di intentato e provare a seguire i fiumi, anche se possono sembrare poco navigabili ma magari riservano una qualche sorpresa, un viaggio bello”.

 

RETTORIA DI CRISTO RE

Il vescovo D’Ambrosio ci ha voluto dare un luogo dove “almeno poter celebrare”: la Rettoria di Cristo Re, collocata in una zona di Lecce sorta alla fine degli anni ‘70.

Grazie al lavoro dei nostri predecessori, la rettoria è divenuta Centro della Divina Misericordia, punto di riferimento per diversi gruppi della città e di paesi limitrofi.

Alcuni giorni alla settimana celebriamo l’eucaristica e ogni venerdì si tiene l’Ora della Divina Misericordia (alle 15).  A questo appuntamento, di tanto in tanto, professionisti, insegnanti, mamme di famiglia, vengono a cercare un confessore.

La gente del posto ci ha accolto molto bene. Sono contenti degli Oblati che hanno conosciuto in questi anni. Quasi subito è nato il gruppo di Preghiera per le vocazioni Oblate che regolarmente assicura la preghiera.

“Ho conosciuto gli oblati circa cinque anni fa, - racconta Maria Carmela - Mi colpisce il loro coraggio nell’essere uomini ma soprattutto cristiani, in maniera ferma, decisa; il loro stile, nella semplicità, ci sta portando ad essere una comunità in cammino costante verso Cristo. Ho colto la mancanza di giudizio, l’attenzione verso tutti, la capacità di ascolto, il semplice ‘stare’ con gli altri (…)”.

Il più importante appuntamento dell’anno nella Rettoria è la festa della Divina Misericordia (II domenica dopo Pasqua) con una straordinaria partecipazione di fedeli durante tutta la giornata. Quella domenica tutti i gruppi si danno appuntamento per la celebrazione eucaristica, l’Ora della Misericordia e il sacramento della riconciliazione.

 

 

AMMI TA

In questi anni non abbiamo mai mollato il piccolo gruppo Ammi (Laici associati agli Oblati) di Taranto, che continua ad essere una presenza discreta del carisma oblato nel quartiere Paolo VI. Abbiamo mantenuto incontri regolari, a Taranto, ma anche diversi momenti di incontro a Lecce, dove l’Ammi e altri amici vicini a noi, sono venuti per giornate di spiritualità, in un clima di famiglia. In quelle occasioni i laici dell’Ammi hanno potuto dare una testimonianza ai fedeli della Rettoria con i quali si sono creati dei ponti.

 

NUOVE APERTURE

Con l’arrivo di Padre Antonio, si stanno aprendo altri due campi per il nostro apostolato. Innanzitutto, l’impegno con l’Istituto superiore di scienze religiose di Lecce, che rientra anch’esso nel contesto più ampio della missione all’università; due volte al mese si va lì e ci si rende disponibili per le confessioni, i colloqui e la direzione spirituale. Nonostante sia una facoltà in cui si studia teologia, le persone che la frequentano, laici di tutte le età, provengono da esperienze di vita e di fede molto diverse, per cui le dinamiche a cui si assiste sono molto simili a quelle di qualsiasi altra facoltà universitaria. Spesso si riesce a dare una risposta giusta, o a dire la parola adeguata, che gli studenti non trovano in altri contesti. Ci si rende disponibili anche per celebrazioni e ritiri.

L’altro campo “nuovo” è la nostra presenza nelle “Scuole delle Marcelline”, un istituto di scuole medie e superiori molto rinomato in città, frequentato da ragazzi provenienti da tutto il Salento, gestito dalle suore Marcelline. Anche lì Padre Antonio va diverse volte nel corso del mese per incontrare i ragazzi, attraverso catechesi e celebrazioni, ma soprattutto per le confessioni e i colloqui. Un campo di lavoro interessante, in cui spesso si approcciano ragazzi che hanno abbandonato da anni un cammino di fede e sono alla ricerca di qualcuno che li aiuti a scoprire il senso della vita, dei progetti, dei sogni che hanno.

*Oblato di Maria Immacolata, cappellano presso l’Università del Salento

 

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