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“Non anni, ma anime!”. Queste parole che San Francesco d’Assisi pronunciò dinanzi al pontefice Onorio III chiedendo il dono dell’Indulgenza della Porziuncola, si sono concretizzate a Lecce la sera del 1° agosto e in quella del 2.

 

 

E c’erano davvero molte anime sul sagrato del Monastero “Ss. Francesco e Chiara” delle Sorelle Clarisse di Lecce nelle due celebrazioni che hanno caratterizzato la Festa del Perdono di Assisi 2020. Tutte tese verso la fonte di ogni bellezza ed ogni amore in compagnia di Francesco e Chiara d’Assisi per chiedere dal Padre delle misericordie, secondo le parole dello stesso assisiate, “ampio e generoso perdono”.

Una Veglia, presieduta dall’arcivescovo metropolita di Lecce mons. Michele Seccia, vissuta in fraternità e letizia pur con tutte le limitazioni dovute all’attuale emergenza sanitaria.
Nel silenzio di quella notte, si è percepito quasi il battito del cuore di Francesco che all’unisono batteva con tutto il popolo di Dio. Canti, brani biblici, testi meditativi e lunghi silenzi adoranti hanno accompagnato il lungo tempo di adorazione durante il quale ognuno dei presenti ha fatto ritorno al proprio cuore facendo emergere le proprie fragilità, paure e mancanze riconoscendo però che esse sono come neve al sole perché sciolte dalla misericordia di Dio, dono grande concesso a tutti per intercessione del Padre Serafico, nella sua celebrazione sacramentale.
Culmine di questo speciale ‘tempo di perdono’ è stata la solenne celebrazione eucaristica vespertina celebrata nella solennità del Perdono di Assisi e nella Dedicazione della Basilica di Santa Maria degli Angeli in Porziuncola. Con l’Eucaristia, culmine della vita cristiana e fonte della misericordia, la festa del Perdono ha raggiunto il suo compimento.
É stata la misericordia quindi il cuore del messaggio che la Parola evangelica ha trasmesso e infuso nei cuori di tutti i presenti: “Il Signore usa misericordia nell’atto dello spezzare il pane per il suo popolo che rischiava di tornare a casa affamato dopo averlo ascoltato. La misericordia agisce nella frazione del pane che è Cristo stesso ma che è simbolo di ogni cristiano, ogni uomo e donna che volontariamente e in nome di Lui si spezza per gli altri e condivide la propria ricchezza e bellezza umana con e per gli altri. Questa è anche la misericordia”.

Un amore, quello di Dio, manifestatosi non solo nel miracolo della moltiplicazione dei pani ma anche e soprattutto nell’Ultima Cena, quando Egli dona se stesso nell’Eucaristia: “Lo spezzare il pane nel Cenacolo dandolo ai discepoli è il grande gesto dell’amore che Gesù ha per tutta l’umanità. Nell’invito ai discepoli, nell’episodio della moltiplicazione dei pani, a dare loro stessi da mangiare vi è prefigurata l’Eucaristia istituita nell’Ultima Cena, preludio alla Pasqua del Signore. Condividere tutto è allora davvero il segreto della felicità”.

Non è stato anche questo forse l’atteggiamento di Francesco? Egli - ha chiosato il guardiano del convento dei frati minori di Lecce, fra Antonio Giaracuni -, “ha espresso l’unico desiderio che aveva nel cuore e cioè che ogni uomo e ogni donna di tutti i tempi potesse gustare il grande e indicibile amore di Dio per ogni creatura”. Fu questo che egli chiese al Signore nella Porziuncola, piccola chiesa divenuta il luogo del perdono voluto da Francesco, la casa della misericordia, il cuore del francescanesimo, l’icona in pietra della Vergine Maria. Entrare nella Porziuncola, fisicamente o simbolicamente, significa - ha continuato ancora il celebrante - “fare della propria stessa vita testimonianza e annuncio della misericordia del Padre per ogni creatura perché è perdonando che si riceve il perdono”.

“Gesù e Francesco alla sua sequela e sulla stessa scia” ha poi concluso Fra Antonio “sono stati protagonisti in tempi diversi della stessa storia della salvezza. Una storia di salvezza di cui oggi tutti possiamo e dobbiamo essere artefici. Una storia di salvezza che si sviluppa se ogni uomo e ogni donna spezza il pane della propria vita con i fratelli, se partecipa all’amore di Dio testimoniandolo e annunciandolo per ogni persona che incontra sul suo cammino”.
Con la lettura tratta dalle Fonti francescane che rievocano la storia del Perdono di Assisi e di come Francesco lo annunciò il 2 agosto 1216 alla Porziuncola è terminata la celebrazione e conclusa la festa del Perdono.
“Voglio mandarvi tutti in Paradiso!”: queste parole di San Francesco hanno accompagnato i presenti alla solenne Eucaristia nelle proprie case, forse con una maggiore consapevolezza e che cioè ogni cuore è la Porziuncola, ogni cuore e ogni vita può essere ed è il Paradiso di Dio se vissuta sempre nell’amore “a laude di Cristo e del suo servo Francesco”.

 

 

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