Si sono conclusi i due giorni di festa per la comunità di Santa Rosa in Lecce che nello scorso fine settimana ha celebrato, in onore della santa patrona della parrocchia e del quartiere leccese, anche la solennità della dedicazione della grande chiesa parrocchiale.
Due giorni di festa religiosa e civile che mancava anche qui da ormai due anni a causa della pandemia. I parrocchiani e i cittadini del quartiere aspettavano con speranza un ritorno alla tradizionale festa che ormai da decenni si svolge la seconda domenica di settembre. Sabato è stato il giorno della solenne processione con il simulacro storico di Santa Rosa da Lima. Animata dalla musica della banda “Città di Surbo”, anch’essa ormai tradizionalmente legata alla festa, la statua della santa è stata portata tra le vie principali del grande quartiere leccese che ha ritrovato lo spirito e il coinvolgimento della comunità. Non sono mancati i balconi di alcuni palazzi decorati con luci e luminarie casalinghe, fino alla tradizionale esposizione delle tovaglie e delle coperte più eleganti che, un tempo, volevano decorare le strade al passaggio della statua in segno di profonda devozione. In effetti verso Santa Rosa da Lima rimane una grande devozione e un grande legame da parte della comunità leccese, la parrocchia più grande della diocesi. Una devozione che non è mancata di farsi sentire nella partecipazione alla processione al seguito della santa e al rientro in chiesa, sul sagrato in piazza Santa Maria delle Grazie, dove il parroco della comunità don Damiano Madaro, nel ringraziare tutti i fedeli e i cittadini presenti numerosi, ha richiamato anche al senso di responsabilità e di coinvolgimento, adesso, a pandemia ormai scemata, per “ritornare a una normalità tanto attesa ma che dobbiamo concretizzare, tornando a messa la domenica, tornando alle attività di catechesi per i giovani e soprattutto di impegno civico per le strade del nostro quartiere ma anche di tutta la nostra città”.
Presenti per l’occasione anche il sindaco di Lecce Carlo Salvemini, la presidente del consiglio regionale Loredana Capone, legata sin da giovane al quartiere, e il comandante della caserma dei carabinieri di via Colonnello Costadura, un tempo situata nel cuore del quartiere.
Al termine del discorso del parroco, uno spettacolo di fuochi d’artificio ha dato ufficialmente il via ai festeggiamenti che sono proseguiti la sera con musica e divertimento in piazza.
Ma soprattutto il giorno dopo, domenica 11, il giorno principale della festa in cui si fa memoria della dedicazione della chiesa parrocchiale, già la mattina la banda ha girato tra le vie del quartiere fino a mezzogiorno; il gruppo Fratres “don Vito De Grisantis” ha sostenuto la tradizionale donazione di sangue presso il centro trasfusionale del “V. Fazzi” di Lecce. Ma il momento solenne si è svolto la sera con la celebrazione della dedicazione della chiesa presieduta dal vicario generale della diocesi mons. Luigi Manca. “Una grande amicizia ci lega in diocesi con il vicario” ha affermato affettuosamente don Damiano all’inizio della messa. “Un’amicizia che vuole essere simbolica con colui che rappresenta oggi qui in mezzo a noi la diocesi intera a cui apparteniamo, un segno di unione e di vero senso di comunità nel giorno di festa che stiamo vivendo”.
Don Luigi si è voluto poi soffermare, riguardo al ricordo della dedicazione della chiesa, sul senso e sul valore che un tempio sacro oggi ricopre e che storicamente ha ricoperto all’interno di una comunità. “Non è solo un luogo fine a sé stesso” ha affermato il vicario, “ma guadagna tutta la sua sacralità solo se la comunità, il popolo di Dio, lo abita e lo vive con fede viva e concreta. Un tempio pagano, nell’antichità, non poteva essere visitato dai comuni cittadini e rimaneva comunque un luogo sacro, seppur vuoto. Per noi cristiani il nostro tempio, le nostre chiese diventano sacre e diventano luoghi santi quando noi fedeli le abitiamo e le viviamo. Altrimenti è solo una costruzione di pietra. Noi comunità la sacralizziamo. La dedicazione di una chiesa viene fatta davanti a tutto il popolo di Dio che partecipa, canta e loda il Signore in quello che è l’evento più importante per una comunità”.
Riparte così il cammino pastorale della comunità di Santa Maria delle Grazie in Santa Rosa: la sua festa come ripartenza verso un impegno che si fa attenzione per la comunità, per il quartiere, per i più poveri, verso i giovani e le famiglie che la abitano e che la vivono quotidianamente.