La comunità del Sacro Cuore di Gesù in Lecce, a partire da domani, 14 ottobre, è in festa per tre giorni per i 25 anni di sacerdozio del parroco don Michele Marino.
È un momento importante, una festa che coinvolge tutto il quartiere in un momento così importante per don Michele, che lo ha visto crescere dai tempi del diaconato, e lo ritrova oggi alla guida della parrocchia ancora più forte spiritualmente ed intellettualmente, dopo circa 20 anni di servizio presso altre comunità.
Don Michele celebra i suoi 25 anni di sacerdozio, anni di fedeltà e consapevolezza della scelta di dedicare la sua opera al Signore, anni di servizio e dedizioni, anni di impegno a trasmettere la fede, a far conoscere sempre meglio la Parola, ad amare il Signore e i fratelli, anni di disponibilità ed attenzioni verso tutti, anni di responsabilità.
“Carissimo don Michele - gli hanno scritto i parrocchiani in una lettera aperta -, la tua scelta di vita sacerdotale suscita in tutti noi una forte ammirazione perché riconosciamo essere una scelta non facile ed esigente. Attraverso queste parole ti parla un’intera comunità, i bambini, i ragazzi, i giovani, gli adulti, gli anziani, coloro che incontri quotidianamente (spesso non parrocchiani), e anche quelli che non sono così assidui tra queste mura”.
“Il cammino spirituale del parroco quale guida e pastore - prosegue il testo della lettera - accompagna e indirizza il cammino spirituale dell’intera comunità: ministro della Parola di Dio, ministro della santificazione, ministro guida e educatore del popolo di Dio. In questa parrocchia il tuo ministero sacerdotale ha vissuto differenti fasi: da diacono a parroco. Un compito quest’ultimo gravoso che affronti da quasi cinque anni con spirito di obbedienza e di servizio e per il quale stai spendendo tutte le tue migliori energie non trascurando peraltro l’impegno vocazionale”.
“Anche il tuo re-inserimento - sottolineano - non è stato particolarmente facile per diversi motivi: inoltre il Covid-19 ha creato tante difficoltà (e ancora le crea), confuso e messo in discussione certezze, paure, priorità e sogni di tutti. Ma il tuo inarrestabile impegno non è mai mutato: anzi, ci hai dimostrato che nella difficoltà ci si deve volere bene di più, consapevoli che in fondo ciò che conta davvero è l’amore verso il prossimo. E su questo tuo insegnamento di amore puntiamo nel farti il nostro augurio per te, caro don Michele. Grazie”.
“Venticinque anni di sacerdozio ti avranno fatto tremare i piedi chissà quante volte e caricato sulle spalle i dubbi di centinaia di persone. Venticinque anni di sacerdozio ti hanno però anche fatto sperimentare in modo incredibile la misericordia di Dio, capace di prendere la debolezza umana e trasformarla in forza di fede per il singolo e per il popolo tutto. Per questo il sentito ‘grazie’ da parte di tutta la comunità, dei gruppi parrocchiali, della comunità cristiana dei Filippini, e dei ‘meno fortunati’ fruenti del punto ristoro”.
“Purtroppo, e troppo spesso - aggiungono i parrocchiani -, dimentichiamo che un prete, un parroco, è prima di tutto un uomo e non è fuori dal mondo. Al contrario, lo attraversa con la responsabilità di un compito difficile e meraviglioso come quello di essere messaggero della Parola di Dio. In questo viaggio ci siamo incontrati, e abbiamo iniziato a conoscerci a vicenda (per chi già non ti conoscesse), scoprendo ognuno i pregi e i difetti dell’altro, affrontando insieme difficoltà e dispiaceri (compresi quelli familiari)”.
“Con questi sentimenti - così si conclude la lettera della comunità -, consapevoli di ciò che sempre ci rammenti ‘in una parrocchia il parroco passa, i laici restano’, partecipiamo con gioia e ti siamo vicini con affetto alla celebrazione dei tuoi 25 anni di sacerdozio, che rappresenta un momento di rendimento di grazie e preghiera affinché il tuo ministero sia sempre ricco di entusiasmo e zelo come il primo giorno. Nella tua missione ti accompagnerà sempre la nostra preghiera”.