Cento anni fa e precisamente il 1° aprile 1922, si spense in esilio a soli 34 anni Carlo I d’Asburgo, ultimo imperatore d’Austria-Ungheria, proclamato beato il 3 ottobre 2004 da San Giovanni Paolo II, il quale scelse come giorno della memoria liturgica il 21 ottobre, data del matrimonio di Carlo con Zita di Borbone-Parma.
Perché ricordare un uomo politico del secolo scorso? Perché è una figura che ha lasciato durante la sua breve vita terrena, ottimi esempi di testimonianza cristiana e una esemplare coerenza agli insegnamenti del vangelo. Anzitutto fu premuroso padre di otto figli che educò amorevolmente insieme alla sua consorte, della quale è in corso il processo di beatificazione. Salito al trono nel 1916 alla morte del prozio l’imperatore Francesco Giuseppe (1830-1916), durante gli anni bui della prima guerra mondiale svolse un instancabile lavoro diplomatico, tentando in tutti i modi di fermare quel tragico e sanguinoso conflitto giustamente definito dal Papa di allora Benedetto XV (1914-1922) inutile strage e suicidio dell’Europa. Nonostante le calunnie maliziosamente diffuse sul suo conto, oggi viene ricordato come l’Imperatore della pace. In seguito alla perdita della guerra e travolto dal repentino crollo dell’impero, dopo aver subìto tradimenti e umiliazioni, ridotto in povertà, fu esiliato insieme alla sua famiglia nell’isola atlantica di Madera (Portogallo) ove si spense dopo una lunga malattia.
All’Occidente e in particolare all’Europa attuale, in profonda crisi di identità per aver reciso le radici cristiane sulle quali è stata fondata e con una terribile guerra in corso, la Chiesa addita il fulgido esempio di vita cristiana di un sovrano e capo di stato che si santificò non nonostante fosse un politico, ma proprio perché svolse bene il suo ruolo di cristiano impegnato in politica.
Nell’anno centenario della morte del Beato, Alleanza Cattolica di Lecce ha richiesto la celebrazione della messa, che sarà officiata da mons. Giancarlo Polito nella parrocchia di San Matteo domani 21 ottobre alle 18.30.